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Politica locale

Imposta provinciale di soggiorno: Calzà (PD) interroga

La consigliera provinciale del Partito democratico del Trentino Michela Calzà ha depositato oggi un’interrogazione per chiedere un resoconto sull’applicazione del codice identificativo turistico provinciale, il CIPAT, introdotto nel 2019 con l’obiettivo di semplificare l’attività di vigilanza e i controlli, la pubblicità, la promozione e la commercializzazione dell’offerta di case o appartamenti per uso turistico.

La consigliera afferma: “Si tratta di circa 10.000 alloggi per uso turistico corrispondenti a circa 120.000 posti letto presenti sul nostro territorio, il considerevole sviluppo di questo tipo di offerta negli ultimi anni va tenuto sotto controllo per poter distinguere gli alloggi destinati all’affitto turistico rispetto agli altri, destinati invece per l’abitazione, e uso domestico.  Questi dati ci aiuteranno ad elaborare una proposta politica e quindi una parte della gamma di soluzioni che devono essere messe in campo a supporto dell’abitare”.

Dal 30 giugno 2020 i gestori degli alloggi in locazione per uso turistico dovevano pubblicare in maniera ben visibile, unitamente alla denominazione dell’alloggio, il Codice CIPAT nelle iniziative di pubblicità, promozione e commercializzazione dell’offerta, ed era prevista una sanzione, da euro 500,00 a euro 3.000.00, per chi non ottemperava agli obblighi di legge.

Gli alloggi per uso turistico sono soggetti tenuti al pagamento dell’imposta provinciale di soggiorno e la quota raccolta dovrebbe essere trasferita al 50% al Comune nel cui territorio è stato prodotto il gettito. Considerando il gettito dell’imposta provinciale di soggiorno nel periodo 1 novembre 2021 – 31 ottobre 2022 pari a 22.391.524,77 euro, è interessante conoscere qual è la quota relativa a tali alloggi.

A distanza di quattro anni dall’introduzione del codice CIPAT la consigliera Calzà interroga la Giunta provinciale per sapere qual è stata la quota del gettito annuale (anno 2023) della tassa di soggiorno relativa agli alloggi per uso turistico e quanto risulta poi riversato ad ogni Comune, se è stata effettuata una verifica sull’applicazione del codice CIPAT nel territorio provinciale anche rispetto a quanto è reso pubblico dagli interessati tramite pubblicità o altro, anche via web, a quanto ammontano le eventuali sanzioni applicate per l’inosservanza della normativa e da chi sono state introitate. 

Considerato che dai dati comunicati dai soggetti passivi ai fini dell’imposta dovrebbe essere fattibile ricostruire la permanenza media annua dei clienti negli alloggi la consigliera chiede inoltre anche tale dato suddiviso per i vari Comuni interessati.