In questi giorni si è parlato e si continua a parlare della morte atroce del bracciante Satnam Singh e ci ha pubblicamente rivelato l’abisso di disdegno verso la persona a cui può arrivare un’altra persona , uomo o donna ch’essa sia. Ma la ribalta pubblica di quanto accaduto a Satnam è la punta dell’iceberg e più che di ‘’accoglienza’’ e ‘’inserimento sociale’’ è necessario parlare e condannare, senza se e senza ma, lo sfruttamento di queste persone che avviene sul suolo italiano e , soprattutto, quando a sfruttarli sono cittadini italiani ‘’benpensanti’’. Queste persone vengono chiaramente ‘’schiavizzate’’ obbligandole a lavorare per pochi euro l’ora senza copertura sanitaria e sociale perché ‘’irregolari’’. Ma anche quando hanno il «permesso di soggiorno», e quindi sono in regola con la legge sull’immigrazione, continuano ad essere sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli, da proprietari di appartamenti senza scrupoli che non affittano l’appartamento ma il ‘’posto letto’’ a 300-400 euro il mese (e in una stanza mettendoci più letti) e anche da cooperative… si, proprio così, cooperative che lucrano sul loro lavoro pagandoli una miseria, 4-5 euro l’ora. Ecco perché ci dovrebbe imporre a noi tutti di riflettere anche sull’altra faccia dell’accoglienza che alimenta la nostra società di schiavi.
Il datore di lavoro di Satnam non era uno ‘’straniero’’ in Italia ma un italiano, con azienda e famiglia. Chi ha un’azienda conosce i suoi dipendenti e quindi non ha scusante: sapeva chi era Satnam. Sapeva che era ‘’irregolare’’. Sapeva, punto e basta. Sul resto sarà la procura laziale a indagare (abbandonato a casa in fin di vita e con il braccio in una cassetta quando ben diversi dovevano essere i soccorsi). Ma lui non è ammissibile che dica ‘’non sapevo’’. Sapeva perché gli pagava il misero stipendio di 4 euro l’ora.
Come sanno tutti quegli uffici, in primis la Questura, quando rilasciano i ‘’permessi di soggiorno’’ ad immigrati che abitano allo stesso indirizzo. Non si domandano come cinque, sei, sette, dieci, quindici immigrati possano abitare nello stesso appartamento? E’ sufficiente una ‘’dichiarazione di ospitalità’’ e un ‘’contratto di affitto’’ con l’indirizzo abitativo sempre identico? E all’Agenzia delle Entrate non si domandano, quando vengono registrati questi contratti locativi, ma quante volte viene affittato quell’appartamento? E la Asl che rilascia la Tessera Sanitaria non si domanda, quando viene inserito l’indirizzo abitativo, ‘’ma in quanti vivono a quell’indirizzo?’’. Non c’è giustificazione che tenga! Nessuno fa il suo lavoro correttamente… oppure è una complicità implicita. Complicità nello sfruttamento delle persone per profitto economico.
Oggi vediamo manifestazioni dei sindacati, dei partiti contro lo sfruttamento di queste persone… ma dove erano in questi ultimi vent’anni? Non erano forse al governo di questo Paese? O lo sfruttamento non esisteva? Le morti sul lavoro non c’erano? Il lucrare sugli immigrati irregolari non esisteva? Esisteva eccome! E neanche solamente sugli immigrati irregolari: anche su quelli regolari e pure sugli italiani. Domandatevi quanto prende l’ora una cooperativa e quanto riceve il ‘’socio-lavorante’’ che esercita l’ora di lavoro e vedrete che lo ‘’sfruttamento’’ è ormai divenuto una abitudine.
Quindi neanche chi ha governato negli anni passati e chi governa attualmente può essere ‘’assolto’’! Tutti sapevano, tutti sanno ma tutti fanno finta di non sapere e fra questi tutti ci sono anche titolari di imprese, proprietari di appartamenti e presidenti di cooperative.
Nessuno, nessuno può avere giustificazioni! Nessuno! Soprattutto in uno ‘’Stato di diritto’’ come il nostro. Quei ‘’diritti’’ che vengono strombazzati in ogni occasione per poi essere ‘’silenziosamente’’ calpestati anche da coloro che li strombazzano.
Forse dovremmo domandarci se l’Italia sia mai stato un Paese, uno ‘’Stato di diritto’’. Perché in uno Stato di diritto i cittadini denunciano alle Autorità competenti (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia Mun icipale, Ispettorato del Lavoro, Ispettorato Sanitario , ecc) chi commette degli illeciti, chi viola le leggi… ma in quest’Italia ‘’chi fa la spia non è figlio o figlia di Maria’’ (come s’insegna erroneamente nelle scuole) , in quest’Italia dove ‘’ fatti gli affari tuoi e non occuparti di cose che non ti riguardano’’ oppure ‘’non hai visto niente’’ s’insegna nelle famiglie dimostra che è il cinismo più che il diritto che vige.
Ed è sconcertante, almeno per me, come l’essere umano possa dimostrarsi insensibile allo sfruttamento di altri esseri umani, fino a schiavizzarli di fatto denotando che per il ‘’dio denaro’’ si può tranquillamente e serenamente arrivare a calpestare la dignità di ogni persona.
E il fatto che poi questi siano anche italiani .ad approfittare delle loro condizioni di indigenza e debolezza, per sfruttarli… mi fa arrabbiare ancor di più. Ecco l’altra faccia dell’accoglienza ‘’caritatevole’’. Se non ci fossero sul mercato ‘’disperati per necessità’’ pronti a lavorare come schiavi nessun datore di lavoro si permetterebbe di assumere le persone a 4 euro all’ora; se le Autorità competenti facessero correttamente il loro lavoro di verifica non ci sarebbero ‘’schiavi’’; se la magistratura inquirente e giudicante sanzionasse duramente chi fa lavorare in condizioni di ‘’schiavitù’’ economica o di ricatto morale; se… e se questo accade non è solo per il cinismo di negrieri delle campagne senza scrupoli, ma perché lo ‘’sfruttamento’’ di coloro che si trovano in stato di necessità è una mentalità comune diffusa . Ecco l’altra faccia dell’accoglienza: l’indegnità umana che certamente inizia con i ‘’trafficanti’’, africani o asiatici ch’essi siano, ma che prosegue anche in Italia con la ‘’criminale compiacenza’’ di coloro che sfruttano per maggior profitto.
Eppure basterebbe applicare le leggi che già ci sono e realmente punire i responsabili di cui tutti sanno i nomi e cognomi.
Marco Affatigato