Iniziato l’anno scolastico, alcuni istituti superiori hanno vietato i telefonini in classe, con “entusiasmo” da parte dei docenti e – dicono – consenso da parte dei genitori. Alcune – rare – interviste che abbiamo sentito agli studenti… non ci sono sembrate di entusiasmo.
Prende quindi corpo la volontà del ministro dell’Istruzione e del Merito che, a luglio scorso, aveva vietato l’uso di questi device fino alle scuole medie (1), raccomandando de facto che altrettanto fosse fatto negli istituti superiori. Ministro che per l’occasione venne fuori con una infelicissima dichiarazione: “Non credo che si faccia buona didattica con un cellulare”. Un colpo ben assestato per cercare di distruggere l’uso di questi strumenti per l’istruzione e per far capire agli studenti che, al pari per esempio delle droghe illegali, sono un oggetto del desiderio da utilizzare in clandestinità e/o fuori dei circuiti della vita quotidiana, e che non sono utili a progresso e cultura.
I telefonini – e lo sanno ragazzi e adulti non ideogizzati – sono invece veicoli per cultura, educazione e svago. Occorre solo non farsi sopraffare da essi, non farsi gestire da algoritmi che funzionano solo per interessi commerciali, ma gestirli grazie ad informazione/educazione che proprio la scuola dovrebbe dare, anche ai genitori.
Quando si parla coi giovani, questi ultimi evidenziano che gli adulti dicono loro tutte le cose che non dovrebbero fare. Ad esempio, “non passare troppo tempo sui social media, spegni il telefono”. Proprio come ai giovani si “insegna” il sesso. E in quei Paesi dove il sesso si insegna a scuola (non l’Italia) le cose hanno iniziato a cambiare, con attenzione al modi di fare sesso sicuro e con il consenso.
Anche la tecnologia va trattata in modo più sfaccettato, riconoscendone pro e contro. Ché i giovani abbiano le competenze per partecipare in modo sicuro al mondo digitale e comprendere meglio cosa accade quando usano questi strumenti.
Così come veniamo alfabetizzati per comprendere scienze e culture, altrettanta alfabetizzazione ci vuole per i device, sì da essere consapevoli navigatori.
Comprendiamo che, in modo particolare per la politica, sia più facile vietare che non informare/educare, ma dove vogliamo andare? Alla guida della tecnologia o all’essere guidati dalla tecnologia? Se non si comincia dalla scuola…..
1 – https://www.aduc.it/articolo/telefonini+ministro+dell+istruzione_37829.php
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc