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Raygun si ritira: ma la breakdance è una disciplina sportiva?

Rachael “Raygun” Gunn, si era presentata con un curriculum di tutto rispetto, studia la storia di una disciplina appena entrata a far parte della rosa olimpica, la Breakdance, che in sé, al momento, non ha alcuna direttiva precisa per definirne le note di stile, è una disciplina libera, della strada, ancora non esattamente definita.

In queste Olimpiadi 2024 era l’edizione ZERO per questo sport, tanto che la partecipazione dell’atleta australiana era vista come il fiore all’occhiello, che avrebbe potuto portare alcune figure, da portare avanti nel tempo. Di figure, l’atleta, ne ha portate, ma erano molto simili alla ginnastica dei contorsionisti o del cabaret, per niente simili alla disciplina da lei presentata. ZERO come l’edizione anche i punti presi, ottima metafora peraltro, che l’atleta non ha saputo portare, perché ha pesantemente subito le critiche, non è stata in grado di farne un punto di forza.

ZERO come l’effetto, visto che ha recentemente fatto saltare in aria il mondo della breakdance alle Olimpiadi di Parigi 2024, dove la competizione era agguerrita, con atleti che sembravano esser stati colpiti dalla tarantola, dal verme solitario e dalle pulci, tutto insieme, dall’eccesso di generosità creativa, ma Raygun ha deciso di esagerare con la spocchia e di muoversi come un canguro impazzito: ha presentato il suo “salto del canguro”. Chi ha detto che la danza non può essere un po’… bizzarra?

Tuttavia, nonostante il suo tentativo di portare un po’ di originalità al palcoscenico olimpico, la sua performance ha attirato una valanga di critiche, come se avesse proposto di ballare vestita da avocado.

Ha dovuto incassare insulti e addirittura bullismo online, perché, si sa, la gente ama commentare da dietro uno schermo mentre mangia popcorn. Così, dopo aver sfidato le leggi della gravità e delle buone maniere, ha annunciato il suo ritiro dalla breakdance competitiva, come se avesse appena dichiarato di voler abbandonare il mondo della moda dopo aver osato indossare una camicia a righe. La sua performance era semplicemente basica, non ha osato fare nulla di particolarmente spettacolare, la scelta era voluta, ma non l’ha portata avanti, eppure si era qualificata per questo. E’ stata quindi attaccata, accusata di aver manipolato i risultati grazie alla posizione molto influente del marito, ma la verità è ben altra: ha messo insieme delle figure basiche, che lei voleva portare e che non sono piaciute minimamente.

Il percorso di Raygun è un chiaro esempio delle sfide che gli atleti devono affrontare quando decidono di percorrere una strada alternativa. Oggi, chi osa essere creativo viene visto con scetticismo, mentre i puristi della breakdance si grattano la testa come se avessero visto un alieno atterrare nel loro campo di patate.

Insomma, chi avrebbe mai pensato che la breakdance potesse diventare un campo di battaglia estetico? In un mondo dove l’improvvisazione viene criticata e il conformismo applaudito, Raygun ci ricorda che, a volte, è meglio essere un canguro che cerca di saltare sopra le convenzioni piuttosto che un pinguino bloccato in un tuxedo.

MC

Riguardo l'autore

martinacecco

Giornalista e blogger. Collaboro con il web in rosa di Donnissima. Dirigo Secolo Trentino e Liberalcafé. Laureata in Filosofia presso l'Università degli Studi di Trento. Collaboro con un Progetto sperimentale di AI.