Il caso è emerso in seguito a un esposto effettuato dal Comitato NO TAV che ha riportato la denuncia di un via – vai di camion che, partendo da Trento, dagli scavi del cantiere Ex Scalo Filzi, portano a una zona adibita a raccolta di terricci in Valle del Vanoi, alle pendici di Ronco. Il luogo non è una discarica tecnicamente intesa, ma un’area di raccolta materiali inerti, motivo per cui la preoccupazione è altissima. Questi terricci hanno un forte odore e secondo l’esposto sarebbero composti da idrocarburi policiclici aromatici.
Il cantiere nei suoi trasporti non utilizza mezzi protetti e non è presente alcuna segnaletica o descrizione nei ddt che possa far pensare a materiali da trattare in modo particolare, questo fatto ha portato a un intervento immediato, per fare chiarezza sulla situazione. I documenti sono stati inviati ad Appa (Agenzia Provinciale per la protezione dell’ambiente) e al Noe (Nucleo operativo ecologico) dei Carabinieri. Prontamente si sono mossi gli organi Amministrativi del Comune di Canal San Bovo, in primis il sindaco Bortolo Rattin.
Il problema generato è di matrice ambientale: i residui, gli inerti ed i reflui che provengono dal cantiere sono monitorati da rilievi sull’inquinamento, ma a prescindere da quanto possano essere alti i livelli di inquinanti, si contaminano in un ambiente che è dedicato non alla promiscuità, ma alla protezione di flora e di fauna, a monte del Parco Fluviale e dei biotopi che proteggono la biodiversità.

Si sono mossi da subito anche i giornali locali, L’Adige e La Voce del Nord Est, che da tempo sono in allerta, per un altro problema politico tecnico, ovvero la realizzazione della Diga, in quanto la questione ambientale è da sempre in Agenda come interesse principale della valle, deputata al turismo sostenibile e alla ecocompatibilità.
Il luogo dove è conferito il materiale è “Il cuore verde del Trentino” ovvero una delle zone scelte per essere salvaguardia dell’ambiente, è evidente che il danno di immagine derivato da una discarica di materiali urbani non è da poco. Inoltre, in aggiunta a questo, vi è il concreto incubo legato alle Ecomafie e alla contaminazione: paura per la salute dei cittadini.
Il Sindaco di Canal san Bovo ha tuttavia da subito specificato che queste operazioni non sono svolte con il consenso dell’Amministrazione Comunale, in quanto sono gestite dalla Provincia di Trento, che in linea di massima non ha alcun bisogno di avere il permesso degli organi a livelli inferiori. Si pone però il problema su questa attività, visto i precedenti: quali sono esattamente i limiti entro cui si collocano le sostanze potenzialmente nocive?
A valle delle pendici, infatti, vi è il Torrente Vanoi, motivo per cui, tornando al problema, non trattandosi di una discarica per materiali inquinanti, ma di un’area di raccolta di inerti, ovvero materiali terrosi etc.. il risultato della pioggia porterà a breve le sostanze nel torrente, che lambisce l’area fluviale e le trasporta velocemente. Il rischio quindi è che si possano contaminare acque ittiche e quindi l’intervento del sistema di controllo è stato immediato.
Prima fra tutte avere il registro preciso dei conferimenti, che non provengono tutti dalla stessa area e appunto questa promiscuità non è consona. Puzza, come puzzano quei terricci. Spuntano i timori di sfruttamento papabile e di interesse per le ecomafie, per conferire, insieme ai materiali a norma, anche altro .. questo altro va escluso, per evitare che in futuro siano necessarie spese salate di bonifica e rappezzi imprevedibili. Servono dati certi e registri corretti.
MC