Home » Società » Conclave imminente: Parolin, Pizzaballa, Tagle e l’ultima parola allo Spirito Santo
Società

Conclave imminente: Parolin, Pizzaballa, Tagle e l’ultima parola allo Spirito Santo

Mancano ormai pochi giorni all’apertura del conclave, e come sempre in queste ore febbrili impazza il cosiddetto Totonomi, quella corsa frenetica a indovinare chi sarà il prossimo Pontefice. Un rito mediatico ormai consolidato, ma che raramente ci azzecca. Del resto, lo dice anche un vecchio e amaro adagio: chi entra Papa in conclave, ne esce cardinale. E chissà che non sia proprio anche questo il caso.

Eppure, nonostante le incognite e le dinamiche complesse di ogni conclave, qualche considerazione possiamo già farla. I tempi si annunciano rapidi: si ipotizza che le prime votazioni possano iniziare già mercoledì 7, e alcuni osservatori scommettono su una fumata bianca già per il pomeriggio di giovedì 8 o al massimo per venerdì 9 maggio. Non è solo questione di efficienza: la Chiesa, oggi, ha bisogno di un nuovo Papa in tempi brevi, anche per dare un segnale forte in vista del prossimo Giubileo e per giustificare, in modo concreto, l’imponente macchina organizzativa già messa in moto.

Il nome più ricorrente? Quello del cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, dato in vantaggio con un pacchetto iniziale di circa 40 voti secondo diverse fonti giornalistiche. Parolin rappresenterebbe un papato solido, esperto, in continuità ma con la possibilità di una svolta politica: c’è chi lo definisce, non senza ironia, un pontificato “a trazione centrodestra”, forte di un presunto accordo con l’ala conservatrice del Sacro Collegio. Ma è davvero così semplice?

In realtà, Parolin sconta anche delle criticità: le voci smentite categoricamente sulle sue condizioni di salute, ma anche le tensioni interne legate al suo ruolo di potere. Essere Segretario di Stato significa gestire gli affari quotidiani della Chiesa, spesso con più influenza operativa dello stesso Papa. Questo, paradossalmente, potrebbe rivelarsi uno svantaggio: troppi dossier, troppe inimicizie, troppe aspettative. E il conclave non perdona.

Ed è qui che entra in gioco una figura defilata ma carica di potenziale: quella del cardinale Pierbattista Pizzaballa. Dopo Parolin, è il nome più citato. E, forse, proprio perché è rimasto silenzioso, appartato, non esposto, Pizzaballa potrebbe sorprendere. Il suo profilo? Completo, giovane, stabile. Qualcuno lo vede come un possibile Papa per i prossimi 20 o 25 anni. Il suo carattere forte, persino “ferreo”, lo renderebbe una figura adatta per guidare la Chiesa in tempi incerti, dove servono presenza e decisione.

Ma la sua età – relativamente bassa – può essere un ostacolo per alcuni. È vero, Giovanni Paolo II fu eletto a 58 anni. Eppure, non tutti sembrano pronti ad affidarsi a un pontefice così longevo, almeno potenzialmente. Tuttavia, se Parolin non dovesse ottenere la maggioranza qualificata di 89 voti nelle prime fumate, ecco che la figura di Pizzaballa potrebbe emergere con forza. Giovedì sera, una fumata nera potrebbe segnare l’inizio delle manovre vere, quelle notturne, silenziose, che spesso determinano gli esiti reali del conclave.

Non va poi esclusa l’ipotesi del cardinale Tagle. Figura amata, carismatica, capace di suscitare simpatia e affetto in molte parti del mondo, in particolare in Asia. Ma proprio la sua emotività, la sua umanità così marcata, potrebbero essere elementi non facilmente accolti dall’Occidente, dove si cerca forse una guida più istituzionale, meno coinvolta sul piano personale. Certo, Tagle è suggestivo, affascinante, ma la domanda resta: è davvero il profilo adatto in questo momento?

Infine, c’è l’outsider. Il nome che ancora non è emerso, o che si cela tra i tanti candidati di secondo piano. Perché se dovessero crollare entrambi i fronti – quello di Parolin e quello di Pizzaballa – allora lo Spirito Santo, attraverso la diplomazia dei cardinali, potrebbe indicare una via inaspettata. Magari una figura terza, più di sintesi, meno polarizzante.

Alla fine, proprio qui si gioca tutto: nei corridoi, negli sguardi, nei silenzi. E sì, anche nelle alleanze. Ma non quelle costruite a tavolino con il calcolo politico, perché nel conclave ogni strategia può valere tutto o niente. Le vere alleanze sono quelle che resistono nel cuore e nella coscienza dei cardinali. Per questo, ogni veto – formale o informale – conta ben poco.

Perché, davvero e obiettivamente, sarà solo lo Spirito Santo a decidere. Solo Lui potrà guidare la mano dei cardinali, indicando quale strada sia possibile e quale no. E ogni analisi, ogni previsione, ogni totonome, per quanto lucida, resta solo una cornice. Il centro resta lì, dove lo sguardo di Dio incrocia la libertà dell’uomo.

E allora, fino all’ultima fumata, non resta che attendere.

M.S.

Tags