Papa Francesco, il pontefice venuto dalla “fine del mondo”, ha segnato con umiltà e radicalità una stagione della Chiesa fatta di riforme e parole assieme a gesti penetranti. Al momento della sua morte, il suo magistero non si spegne: si trasfigura, lasciando il posto al rito solenne della transizione apostolica, regolato da antiche norme e, in parte, rinnovato anche da lui.
Ecco cosa accade, passo dopo passo, fino all’annuncio del nuovo Vescovo di Roma.
La constatazione ufficiale del decesso
Il primo atto formale spetta al Camerlengo di Santa Romana Chiesa — oggi il cardinale Kevin Farrell — che accerta il decesso del Pontefice chiamandolo per tre volte con il nome di battesimo. Alla mancata risposta, segue la certificazione ufficiale e la comunicazione al Collegio cardinalizio.
Vengono poi sigillati gli appartamenti papali, sia nel Palazzo Apostolico che nella Casa Santa Marta, dove Papa Francesco ha scelto di abitare per tutto il suo pontificato.
Lutto e funerali: il raccoglimento del mondo cattolico
Il corpo del Papa viene esposto nella Basilica di San Pietro per la venerazione pubblica dei fedeli. I funerali, sobri ma solenni, sono presieduti dal Decano del Collegio dei Cardinali. Al termine, il Pontefice viene sepolto secondo la sua volontà.
Papa Francesco ha scelto di non essere tumulato nelle Grotte Vaticane, come i suoi ultimi predecessori, ma di essere sepolto nella Basilica di Santa Maria Maggiore, accanto alla venerata icona della Salus Populi Romani. È un luogo a lui caro, visitato prima e dopo ogni viaggio apostolico. “La mia tomba è già pronta”, aveva dichiarato in un’intervista nel 2023.
La sede vacante e il governo temporaneo della Chiesa
Con la morte del Papa, si apre ufficialmente il periodo di sede vacante. Tutti i capi dei dicasteri della Curia decadono, a eccezione del Camerlengo e di alcune figure operative. La guida della Chiesa, in questo tempo sospeso, è affidata al Collegio dei Cardinali, che può occuparsi solo degli affari ordinari e urgenti.
Le congregazioni generali e la preparazione del Conclave
Dopo i funerali, i cardinali si riuniscono ogni giorno in congregazioni generali per riflettere sullo stato della Chiesa e organizzare il Conclave. Le regole prevedono che l’assemblea elettiva venga convocata tra il 15° e il 20° giorno dalla morte del Papa.
Tuttavia, un’importante modifica è stata introdotta nel 2013 da Benedetto XVI con il Motu Proprio Normas Nonnullas, che permette di anticipare l’apertura del Conclave, qualora tutti gli elettori siano già presenti in Vaticano. Lo stesso documento ha rafforzato l’obbligo di segretezza assoluta, previsto sanzioni per eventuali violazioni e semplificato le procedure, nel segno della sobrietà.
Il Conclave: discernimento e silenzio
Il Conclave si svolge nella Cappella Sistina. I cardinali elettori — tutti quelli sotto gli 80 anni — si riuniscono in clausura, senza contatti con l’esterno. Votano due volte al mattino e due al pomeriggio, finché non viene raggiunta la maggioranza qualificata dei due terzi.
Al raggiungimento del quorum, il Decano chiede all’eletto:
«Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?»
E poi:
«Con quale nome vuoi essere chiamato?»
Il nuovo Papa si ritira nella Stanza delle Lacrime, dove indossa la veste bianca. Da quel momento è il successore di Pietro.
L’annuncio: Habemus Papam
Poco dopo, il cardinale protodiacono — oggi il cardinale Renato Martino — si affaccia dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro per pronunciare le parole attese da milioni di fedeli in tutto il mondo:
«Annuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam!»
Il nuovo Papa appare alla folla. Benedice Urbi et Orbi, la città e il mondo, e così ha inizio un nuovo pontificato.