Ultimamente, non so per quale motivo, presumo perché Trump e Musk con le loro sceneggiate ridicole hanno rimesso in circolo le chiacchiere, molti si agitano e battono i piedi, accusando a destra e manca la presenza di fascisti. Spesso, davvero spesso per quanto concerne la mia piccola testa individualista, mi trovo di fronte persone che – parlando professionalmente e seriamente – mi chiedono se a mio parere ci siano fascisti in Italia, in Trentino.. si confrontano sull’America, sul Governo, insomma c’è grandissima paura che alle spalle di questa effettiva chiusura mondiale (dazi, perdita delle libertà, frenata sui diritti) ci sia un piano.
Io sono pragmatica e ritengo che ci siano dei fascisti laddove ci sono persone che sono iscritte a partiti che si richiamano direttamente alla fiamma tricolore, ovvero il MSI e la sua antica tradizione. Oggi come oggi il fascismo è una mistica che non può trovare casa, per questioni ovvie, nei partiti commerciali che ci rappresentano al Governo. Quindi no, non ci sono in realtà partiti che possono essere ritenuti minimamente allineati al fascismo.
Restano le persone.. che ognuna ha il diritto sacrosanto di pensare come vuole e di dire quel che vuole. Quindi.. non chiedetemelo più se a mio parere ci sono fascisti..
Personalmente diffido dalle facilonerie, non penso che si possa definire fascismo il comportamento di Musk, che pur essendo settario è ben distante dal concetto italico di Dio, Patria e Famiglia. Non penso affatto che Putin possa essere considerato un fascista e sono tassativamente contraria alla banalizzazione del fascismo. Lo squadrismo non è il cameratismo. L’imperialismo non è il sovranismo e il bullismo non è il sarcasmo.
Premesse tutte d’obbligo, anche se personalmente non penso che potrei mai accettare di vivere in un contesto comunista o nazista, come per esempio, attualmente, vedo moltissimo antisemitismo, ma anche moltissimo integralismo sionista che mi spaventa quasi di più dei quattro scappati di casa che si mettono la bandiera della Palestina addosso. Le nostre pagine in merito alla questione Israele/ Gaza e Federazione russa/Ucraina hanno già detto. I contesti storici sono chiari e in entrambi i casi le responsabilità sono maggiormente delle ingerenze interne, nel primo caso, e delle ingerenze esterne, nel secondo caso. L’occidente spesso sbaglia quando prende posizioni politiche senza entrare nel merito.
La questione dell’apologia del fascismo in Italia rappresenta un tema di grande rilevanza, poiché intreccia la libertà di espressione con le eredità storiche di un regime totalitario che ha segnato profondamente il nostro Paese. Secondo la XII disposizione transitoria della Costituzione Italiana, attuata dalla legge Scelba del 1952, è vietata la riorganizzazione del partito fascista o qualsiasi partito che ne persegua i princìpi.
Il concetto di apologia del fascismo è stato al centro di numerosi interventi giuridici e politici nella storia repubblicana italiana. La Corte Costituzionale, con la sentenza emessa nel 1957, ha chiarito che non è sufficiente una semplice difesa elogiativa dell’ideologia fascista per incorrere in questo reato, la mera espressione di ammirazione per il periodo del Ventennio o l’invocazione di ideali fascisti non configura automaticamente un reato, a meno che non sia accompagnata da azioni concrete rivolte a restaurare il regime fascista.
Chiedere di firmare dei moduli per dichiarare di essere antifascisti, invece, è gravissimo: ci sono molte possibilità tra essere fascisti e non esserlo: chi avesse avuto i 4 nonni impegnati nella guerra, combattendo con i soldati italiani, non potrebbe mai firmare moduli in cui si dichiara estraneo alla propria famiglia, allora cosa facciamo, li mandiamo a zappare perché i loro nonni erano fascisti? I fascisti.. erano tanti.. quasi tutti. Se non fosse stato così e se la Propaganda non avesse fatto man bassa molto probabilmente, la guerra, sarebbe finita in poche settimane.
Questa posizione è stata ulteriormente ribadita dalla Corte di Cassazione, che ha messo in evidenza come la libertà di manifestare il proprio pensiero non trovi limiti ideologici all’interno della Costituzione, nemmeno quando il pensiero espresso è di natura fascista. Tuttavia, emerge un’area grigia in cui la nostalgia verso il fascismo potrebbe oltrepassare il confine della libertà di espressione, specialmente quando essa viene utilizzata per giustificare azioni di violenza o discriminazione.
Un aspetto particolare di questo dibattito è rappresentato dal saluto romano, frequentemente utilizzato in contesti che rivendicano un’appartenenza al fascismo. In una sentenza del 2009, la Corte di Cassazione ha stabilito che tale gesto non equivale a una libera espressione di pensiero, ma piuttosto si configura come un’istigazione all’odio razziale.
L’intreccio tra norme e sentenze culmina nel confronto tra la legge Scelba e la legge Mancino del 1993, che punisce la discriminazione razziale ed etnica. Quest’ultima stabilisce che la libertà di espressione non può mai giustificare l’istigazione alla violenza. Da ciò deriva la posizione secondo cui, pur essendo consentito esprimere opinioni favorevoli al fascismo, l’apologia diventa reato qualora essa inciti alla violenza o discrimini gruppi vulnerabili e alle minoranze.
In questo contesto, è cruciale continuare a riflettere e discutere su come bilanciare questi diritti fondamentali, affinché la libertà di espressione non venga strumentalizzata per giustificare comportamenti che minacciano la coesione sociale e la dignità umana. La memoria storica deve guidarci nella tutela di una democrazia che si fonda sul rispetto reciproco e sull’accettazione della diversità. In merito, infine, non sono i fedelissimi di Predappio che faranno crollare il mondo e collassare il pianeta, ma siamo tutti noi, che non smettiamo di sfruttarlo per produrre armi e petroli e sprechiamo denari giorno dopo giorno per finanziare i conflitti. Siamo noi contribuenti, il problema, non i fascisti.. abbiamo perso la capacità di manifestare contro quello che non funziona e prendiamo di mira i nemici in via di estinzione.
Martina Cecco
in foto Mostra d’Arte al Mart