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Editoriali

La gaffe giornalistica di Beato Saverio Tommasi

Vi ricordate la celebre frase di Oscar Wilde “A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e fugare ogni dubbio”? Un concetto tutt’ora attuale e una piccola prova la fornisce Saverio Tommasi. Il blogger e freelance, infatti, oggi ha avuto una disavventura nel magico mondo di Facebook.

LA VITA DI UN UOMO. Ecco il titolo del foto-post, che ha il sapore di essere il saggio, l’inchiesta sul grande dramma che oggi affligge la nostra nazione: il razzismo. “Quello nel mezzo è il corpo di un uomo, un ragazzino che incidentalmente era Rom.” Si potrebbe già dire molto riguardo l’incidentalmente, ma tranquillamente, e senza alcuna forma di razzismo, si può proseguire.

Questo ragazzo, secondo quanto riporta il freelance gestore di Fanpage.it, è salito al quarto piano di un palazzo arrampicandosi alla grondaia e, dopo aver rubato 40 euro, ha provato a fare lo stesso percorso all’inverso. “Ha sceso un piano stretto alla grondaia, e gli altri quattro piani ha abbracciato l’aria, come fanno gli angeli ma senza il dono del volo”. Interessante l’immagine dell’angelo-ladro, ma andiamo avanti.

Infatti secondo la ricostruzione di Tommasi il botto del ragazzo una volta arrivato in strada è stato sentito “fino a tre vie accanto”; evidentemente non eravano avvertiti dell’arrivo di Iron-Man in Italia. Dopo averci informato della morte dopo venti minuti di agonia, nonostante i tentativi di soccorso, il buon(ista) Tommasi si lancia in uno straziante monologo-riflessione riguardo questo ragazzo.

“Lo dico con chiarezza: se siete fra quelli che esultano, che sono felici della morte di un uomo che “se l’è cercata”, io e voi non potremo mai essere amici. Perché esultare per una vita persa per quaranta euro non rientra nella dignità umana”. E ha assolutamente ragione, qui, Tommasi. Esultare della morte di una persona, qualunque essa sia, è tanto becero quanto inutile quanto fastidioso. Anche se dopo l’accorato Saverio ci dice che, pur essendo tutti i furti in casa odiosi, esultare per un ragazzo che perde la vita per 40€ è squallido.

E per rimarcare, racconta un aneddoto personale, quando da ragazzo coi genitori dovevano decidere se mettere dei pezzi di vetro sul balcone di casa, “per rendere difficile la presa e il passaggio da una terrazza a un’altra, per un ladro o per un ladruncolo.” Ma i genitori decisero di no, dato che non si sarebbero potuti perdonare la possibilità che un uomo, ferito da quei vetri, mancasse la presa e volasse giù dal sesto piano. Scelte di vita, anzi, giustizia, “quella roba che ti si appiccica addosso e non se ne va tanto facilmente”

Tralasciando il calderone in cui Saverio Tommasi mischia la notizia, un ragazzo tenta una rapina e finisce male, con la pseudo-riflessione, non dovreste esultare per un ragazzo che muore durante una rapina; tra l’altro prendendo un tema oggi molto caldo, quello della difesa, per cercare di manipolare l’opinione pubblica verso posizioni più “libertine”, c’è un interessante post scriptum.

“PS. da più parti mi state segnalando che la notizia del furto e della caduta non è vera. Non quella di oggi, almeno. Meglio così. Non sarebbe stata la prima, con le stesse modalità, purtroppo. E per questo il pezzo resta (purtroppo) valido, perché i tanti che esultano ci sono comunque, anche oggi.”. Così, all’improvviso, il colorato castello nelle nuvole di Tommasi crolla. Niente ragazzo, niente grondaie, niente angeli, niente 40€. Ma soprattutto niente gente che esulta. Mentre invece veri erano gli AK-47 dai quali Stacchio ha difeso una gioielleria. Vera era l’auto rubata a Monella, che per esasperazione ha sparato uccidendo i ladri. Vere sono le minacce di morte, lanciate attraverso Virus (Rai 2) dai parenti di due ladruncoli freddati da un imprenditore ad Ercolano.

La prima cosa chiesta a un giornalista, il controllare la veridicità della notizia. Tutto sdoganato nell’era della comunicazione rapida, dell’informazione veloce. Ma che, alla fine, se è troppo frettolosa, fa i figli ciechi come la famosa gatta. Tradito dallo stesso sistema con il quale Tommasi è diventato famoso. Un curioso scivolone che bisogna ricordare.

Riccardo Ficara