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Perchè lo Ius Soli è una legge dittatoriale?

Con la fine di Agosto torna in voga il tema dello Ius Soli, rinviato a Settembre da parte del Governo per consentire una discussione più agevole e non intervallata dalle vacanze. Non è certamente questa la decisione discutibile – a livello pratico era l’unica via perseguibile – è la legge in sé che va rivista e corretta. Lo Ius Soli ad oggi risulta dittatoriale. Vi diciamo, secondo noi, perché!
La legge sullo Ius Soli è senza tanti giri di parole illiberale. Per prima cosa, toglierebbe il primato allo Ius Sanguinis, ossia l’acquisto della cittadinanza da almeno uno dei genitori, legge attualmente in vigore, che ha permesso un più tardivo riconoscimento dei “nuovi italiani”, vincolandolo tramite criteri matrimonialiresidenziali.
Vivendo per un lungo periodo continuativo sul territorio italiano oppure accettando le tradizioni e la cultura legate al matrimonio del nostro paese si può dunque ottenere lo status di cittadini italiani; con lo Ius Soli (anche se si tratta di un cosiddetto “Ius Soli temperato“) sarà incredibilmente più facile ottenere la cittadinanza per i propri figli e gli unici che dovranno osservare delle regole ferree saranno solo i genitori.
Ma ammettendo pure che lo Ius Soli conceda più diritti dello Ius Sanguinis, un altro motivo per cui la legge che si sta discutendo è illiberale è la negazione della scelta: un ragazzo nato da due genitori stranieri con lo Ius Sanguinis potrebbe decidere di non sentirsi italiano e di non accettare dunque la cittadinanza, prendendo invece quella di uno dei due genitori.
Con lo Ius Soli invece lo stesso ragazzo sarebbe comunque italiano, ma la cittadinanza gli sarebbe imposta. Niente di più sbagliato, dal momento che per essere membri di una comunità bisogna anzitutto voler aderire a quella comunità. Questo per evitare che cittadini “italiani” compiano atti criminosi perché non si riconoscono nella nostra cultura. Non serve andare lontano per averne un esempio: la strage di Barcellona e la motivazione che ha mosso gli attentatori “spagnoli” parlano per tutti.
Ma anche ammettendo che i casi di nati in Italia che non vogliono la cittadinanza siano relativamente pochi, quello che questa legge – e in buona parte anche la legge in vigore – non prevede è l’acquisto meritocratico della cittadinanza. Con lo Ius Soli proposto dal governo, l’unico aspetto atto a valutare una qualsiasi conoscenza della cultura italiana è un test di lingua che deve essere effettuato solo dai genitori extracomunitari che vivano in Italia da almeno 5 anni continuativi.
Il problema rimane sempre lo stesso: conoscere la lingua italiana basta per essere cittadini del nostro paese? Certamente è importante, ma non è l’unico aspetto della nostra cultura. Perché non valutare il grado di integrazione del richiedente, magari consultando anche lo stesso tessuto sociale in cui risiede?
Gli altri due vincoli imposti agli extracomunitari per far ottenere la cittadinanza ai figli è l’avere un reddito non inferiore all’assegno sociale e disporre di un alloggio a norma coi criteri di idoneità. Se tutto questo fosse richiesto anche ai nati da cittadini italiani, probabilmente avremmo molti apolidi.
Quando si vuole scrivere una legge bisognerebbe sempre guardare alla libertà dell’individuo, cosa che lo Ius Soli italiano non farebbe per i motivi sopra citati. Non serve a nulla dire “negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Francia, in Germania lo fanno”, perché anche nell’approvare lo Ius Soli paesi come quello Transalpino hanno seguito la libera scelta: il nato da genitori stranieri sul suolo francese, infatti, dovrà fare richiesta dopo aver vissuto almeno 5 anni continuativi in Francia.
Solo gli Stati Uniti, tra i grandi stati nazionali, possiedono uno Ius Soli puro, ma va detto che è estremamente più complesso giungere sul suolo americano per via delle innumerevoli restrizioni soprattutto temporali concesse dalla legge americana. Gli States accolgono dunque solo chi vuole vivere lì, chi vuole essere membro di quella comunità, chi sente che quella cultura rispecchia al meglio la propria identità. “Europei e nuovi italiani puri” attestato nero su bianco sulla carta, per alzare il PIL e la natalità? Questo Ius Soli ricorda molto la filosofia Nazista: già si discute di paghetta per i nuovi italiani, la sinistra acquista l’identità degli stranieri, in stato di necessità, barattando la loro cultura con un assegno e con un alloggio. Può esserci qualcosa di più osceno? Povera gente. A quando la traduzione del nome in italiano togliendo H in esubero e lettere diversamente europee, per evitare l’imbarazzo della palese discordanza tra nome e nazionalità?
Di Riccardo Ficara