Da quanto emerge dalle pagine del “Washington Post” lo scorso settembre Donald Trump avrebbe chiesto in prestito un’opera d’arte al museo Guggenheim di New York, che gli avrebbe proposto un enorme water in oro massiccio dal valore di oltre un milione di dollari.
Quella di richiedere opere d’arte per abbellire la Casa Bianca è una delle pratiche più consolidate tra i neo presidenti degli Stati Uniti. Così aveva fatto a suo tempo Barak Obama, chiedendo e ottenendo due opere di Rothko e Jasper Johns, e così avrebbe fatto Donald Trump lo scorso settembre richiedendo ufficialmente in prestito l’opera “Paesaggio con la neve” di Vincent Van Gogh.
Alla richiesta del Presidente però, la curatrice del museo Nancy Spector avrebbe negato il prestito adducendo alla particolare delicatezza del dipinto, che difficilmente avrebbe retto ad uno spostamento e ad una nuova ricollocazione. Quello che ha dell’incredibile è stata la controproposta della curatrice che ha offerto al posto del Van Gogh “America”, un’opera dell’artista italiano Maurizio Cattelan.
Non ci sarebbe nulla di strano nell’operazione non fosse altro che “America” è un opera molto particolare, si tratta di un water in oro 18k, perfettamente funzionante e attualmente installato in uno dei bagni pubblici del museo. Nancy Spector ha aggiunto che Cattelan sarebbe stato felice di offrire in prestito la sua installazione alla Casa Bianca, concedendola per un lungo lasso di tempo senza problemi. L’opera dalle forti connotazioni ironiche, sarebbe una critica da parte dell’artista ad una filosofia di vita che ha fatto dell’opulenza e dell’esibizionismo la sua ragione di vita.
Maurizio Cattelan raggiunto telefonicamente da un quotidiano britannico avrebbe commentato con un laconico “E’ una faccenda delicata.”, mentre nessuna dichiarazione in merito è stata rilasciata dalla Casa Bianca, che per ora ha preferito non commentare questo curioso scambio di e-mail.
La vicenda, risalente allo scorso settembre, è stata resa pubblica dal “Washington Post” che ha visionato lo scambio di e-mail tra il tycoon e la curatrice del museo. Proprio Nancy Spector era stata molto critica nei confronti di Donald Trump in sede di campagna elettorale, ma sembra assurdo che la referente di uno dei più famosi ed importanti musei d’arte moderna del mondo possa aver negato un favore al Presidente degli Stati Uniti solamente per una questione di simpatie personali.
Anche se ad avvalorare questa tesi ci sarebbe il fatto che in precedenza non era mai stato nessun dipinto al Presidente degli Stati Uniti, anche quando le richieste erano state sicuramente più impegnative. Basti pensare all’insediamento di John Fitzgerald Kennedy che aveva ottenuto il prestito de “Il turco che fuma” di Eugene Delacroix, un’opera sicuramente più antica e delicata di quella di Van Gogh.
Quello che è certo è che per ora “America” giace in uno dei bagni pubblici del museo, chissà se Donald Trump deciderà di accettare la proposta del Guggenheim e installare questo prezioso water nel bagno della Casa Bianca. Con un water d’oro massiccio il 1600 di Pennysilvania Avenue sarebbe pronto ad accogliere in maniera più che degna anche gli ospiti più importanti.
Carlo Alberto Ribaudo