Gettoni per il sesso o per giocare? Cosa sono le Spintriae? La prostituzione nella Roma Antica era considerata un momento naturale della vita, per cui la censura non era praticata, anzi erano spesso promossi i momenti di festa intesi sia come gioia di mangiare, che di banchettare, che di godere. La civiltà della “colpa” è stata introdotta poi gradualmente in seguito alla religione monoteistica che gradualmente si è imposta in gran parte dell’impero.
Non solo affreschi e letti di pietra e vasche di marmo che sono rimasti come oggetto “mistico” di una florida civiltà della gioia e dell’opulenza, ma anche appunto valute di scambio, gettoni appunto, che secondo Theodore V. Buttry sarebbero per di più oggetti di un gioco (come le monete del Monopoli) ma secondo gli storici tradizionalisti – secondo anche il noto conduttore storico Alberto Angela – potrebbero essere invece gettoni di pagamento per i “bordelli”.
La realtà di partenza è che nella Roma Antica sia maschi che femmine potevano prostituirsi, anche se non vi sono chiari esempi di prostituzione maschile a vantaggio della collettività femminile, così come a Roma tanto quanto si rinviene nei lupanari di Pompeii. Le lupé erano le prostitute. Tuttavia le monete di cui stiamo parlando sono vendute (false) in tutto il mondo perché rappresentano – probabilmente – uno degli oggetti di culto più divertenti dell’Antica Roma.
Tuttavia la prestazione era eterosessuale, e sicuramente i diversi bordelli potevano coniare anche altri gettoni, per ingresso o per altro. Sta di fatto che questi reperti sono il segno che – già in epoca antica – la società si era evoluta a tal punto da andare oltre al puro e semplice concetto animale della riproduzione, raggiungendo forse – nei limiti imposti dalla tecnica e dalla scienza – uno dei livelli più alti dell’umanità civile e della cultura (MC).
Immagine di copertina e interna: E-Bay (riproduzioni commerciali)