Salvini ha proposto il ripristino del servizio militare obbligatorio, abolito dal governo di centrodestra nel 2004. Dice: i giovani sono viziati, pensano solo ai diritti e non ai doveri e allora bisogna metterli in riga con la “naja”. L’idea fa discutere.
Se rispetto ai loro genitori sono più avvantaggiati dal benessere e dalla tecnologia, bisogna anche dire che i giovani d’oggi sono penalizzati dalla mancanza di una seria prospettiva di lavoro e di vita. Saranno forse più molli delle generazioni precedenti, ma sono anche più soli. Le famiglie non sono più quelle di una volta e l’educazione è vanificata da una scuola inadeguata e dalla pressione di una società dove imperversano modelli e ideologie aberranti. Ma ritornare al servizio militare obbligatorio sarebbe una medicina peggiore della malattia.
A parte l’esigenza imprescindibile di un modello di difesa professionale, non si possono dimenticare i difetti che hanno portato all’abolizione della “naja”, come l’insopportabile ingiustizia di chi restava a casa con una raccomandazione o una bustarella o le ruberie sul rancio e sulle forniture per vestire centinaia di miglia di coscritti.
E il nonnismo? E i suicidi? E le femmine? Vista la parità di diritti dovrebbero anche loro partire militare?
E’ evidente che quella di Salvini più che una proposta è una suggestione che ha anche le sue buone ragioni. Ma non è il ripristino della leva obbligatoria la soluzione alle sue giuste preoccupazioni.
C’è una terza via, più attuale, più utile, più percorribile: l’istituzione di una Guardia Nazionale. Ogni giovane al compimento degli studi avrebbe l’obbligo di frequentare per un certo periodo, nella sua zona di residenza, con dei richiami periodici distribuiti negli anni, una scuola militare nella quale gli vengono impartite le nozioni fondamentali di educazione civica, di disciplina militare, di difesa personale e di uso delle armi. Una volta compiuto il necessario addestramento, finalizzato ad avere in caso di guerra, di esigenze di ordine pubblico o di calamità del personale addestrato da affiancare alle Forze Armate, il giovane potrà scegliere se continuare a far parte della Guardia Nazionale o essere inserito nella “riserva”. Questa è la proposta de L’Officina.