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In Norvegia il tunnel subacqueo. In Italia il tunnel del Brennero di Toninelli

Qualche mese fa Danilo Toninelli, Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti del Governo Conte, aveva parlato del Tunnel del Brennero, parlandone come se fosse già attivo e ampiamente trafficato.

In realtà il tunnel fa parte di un progetto più ampio, avviato già nel 2008 e con l’obiettivo di realizzare la linea di trasporti Palermo-Amburgo, che andrebbe a rappresentare la tratta “verticale” del trasporto europeo, dopo la Lisbona-Kiev che tocca l’Italia nella tanto contestata TAV.

La cosa che deve far riflettere però è che, mentre in Italia ci si interroga su quanto sia utile la TAV o il Ponte sullo Stretto, diventato ormai una specie di sberleffo antiberlusconiano, e mentre Toninelli esce in piazza per parlare di ponti e tunnel fittizi, in Norvegia sta per essere approvato un progetto di un tunnel subacqueo che colleghi le due estremità del paese scandinavo.

Un’opera che dovrebbe essere ultimata nel 2050 e che accelererebbe il trasporto da una parte all’altra del Paese, rendendo lineare un percorso che oggi prevede un viaggio di 21 ore con 7 traversate per superare i vari fiordi che condizionano la viabilità della Norvegia.

Ma questo non è l’unico progetto avveniristico: sono arcinoti i treni giapponesi dello Shinkansen, il servizio di trasporto pubblico più efficiente e sicuro del mondo. La compagnia giapponese sta addirittura mandando in crisi le compagnie aeree interne per la capacità di trasportare a velocità supersoniche (oltre i 300 km/h) passeggeri senza incappare – finora – in incidenti mortali o in ritardi abissali. In Italia invece Trenitalia cerca di entrare nei bilanci di Alitalia per appianare le perdite della compagnia aerea.

Tornando in Europa, Copenaghen sta per vedere completata la modernissima metropolitana, che viaggerà addirittura a 40 metri di profondità, arginando così il complesso sistema di canali che oggi impedisce un trasporto pubblico di superficie ad altissima velocità.

Si potrebbe obiettare che la Danimarca ha mezzi economici e tecnologie superiori. Ma ciò rivelerebbe una conoscenza superficiale della reale arte del trasporto. Chi sono infatti le aziende che stanno costruendo questo progetto danese? Si tratta di tre grandi gruppi: Salini Impregilo, Ansaldo e GCF (Grandi Costruzioni Ferroviarie), con sedi rispettivamente a Milano, Genova e Roma.

Tre aziende italiane dunque stanno realizzando quello che sarà il progetto più all’avanguardia in Europa per quel che riguarda il servizio pubblico e nel frattempo in Italia la tratta ferroviaria adriatica vede – nonostante un implemento dei treni ad alta velocità – ancora rallentamenti dovuti alla posizione non eccezionale della ferrovia, che corre a pochi metri dalla costa rendendo pericolante il percorso.

L’Italia all’estero produce opere avveniristiche ma in Sicilia o in Sardegna non si trovano soldi per realizzare una tratta che faccia una Cagliari-Sassari in meno di tre ore a bordo di un regionale, o una Trapani-Catania (città entrambe servite di aeroporti) in meno di nove ore.

In Giappone i treni viaggiano a 300 km/h su isole in cui il rischio sismico è piuttosto una certezza sismica e in Italia vediamo ponti e cavalcavia crollare e si chiede, in nome dell’ambiente, di non fare la TAV, lasciando quindi il trasporto su gomma e su camion. L’ambiente (e gli imprenditori) ringraziano.

Ma nel frattempo il nostro Toninelli parla di tunnel del Brennero e di ponti di Genova sui quali istituire anche parchi per bambini, quasi fosse una novella Tour Eiffel. Mentre Toninelli dice tutto questo, arrogandosi il diritto di revocare concessioni ai Benetton – poi non revocate – e auspicandosi una gestione efficace della “megaditta” Trenitalia+Alitalia, gli altri viaggiano spediti.

Ma evidentemente “Danilo guarda i gatti e i gatti guardano nel sole” si potrebbe dire citando De Gregori, visto che tutto questo Danilo non lo sa.

Riccardo Ficara Pigini