Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia, è intervenuta a La Verità per parlare del Giorno del Ricordo e delle Foibe. Contestualmente ha confermato la sua presenza alla cerimonia solenne alla foiba di Basovizza il prossimo 10 febbraio.
La Foiba di Basovizza, come molti ricordano, è il pozzo minerario sito a Trieste dove nel maggio del 1945 vennero gettate un numero (purtroppo) ancora imprecisato di persone, tra cui molti italiani, da parte dei partigiani jugoslavi durante l’occupazione jugoslava del capoluogo friulano.
A rendere ancor più straziante la vicenda legata alla Foiba di Basovizza, vi è il fatto che molte delle persone gettate nel pozzo fossero civili. Il loro status però, non fermò i “partigiani di Tito” che dopo brevi processi sommari e iniqui procedettero a gettare nel pozzo un numero altissimo di persone.
Anche per far sì che una strage del genere, e più in generale tutti i “massacri” delle Foibe, non venissero mai dimenticati, dal 2004 è stato istituito il Giorno del Ricordo. Con il quale, ogni 10 febbraio, la Repubblica italiana si è ripromessa di “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
Oggi, a pochi giorni da tale ricorrenza, la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha iniziato il suo intervento chiarendo le origini del Giorno del Ricordo, affermando come l’istituzione di tale ricorrenza sia merito della destra e, più nello specifico, delle organizzazioni giovanili di Alleanza Nazionale che, al tempo, si batterono strenuamente perchè questa giornata venisse riconosciuta come simbolo alla memoria delle vittime delle Foibe e dell’esodo giuliano-dalmata.
Aggiungendo poi come “la legge fu votata da quasi tutto il Parlamento. Tranne che dagli eredi del comunismo. Evidentemente si sentivano, e si sentono, ancora vicini a quei criminali. Ora è necessario revocare l’onorificenza che ancora è concessa a Tito. In Parlamento c’è una nostra proposta di legge”.
Successivamente Giorgia Meloni ha puntato il dito contro chi, mosso solamente da interessi di affiliazione politica, ancora oggi promuove tesi giustificazioniste (o peggio) negazioniste come il Sindaco di Roma, Virginia Raggi. Secondo la Presidente di Fratelli d’Italia la decisione della sindaco di mandare gli appartenenti all’Anpi a parlare di Foibe nelle scuole sarebbe assurda e scandalosa, aggiungendo: “per fortuna Fratelli d’Italia in commissione Cultura alla Camera ha fatto approvare una risoluzione per stabilire che solo gli appartenenti ad associazioni di esuli istriano-giuliano-dalmati possano raccontare la verità agli studenti”.
Infine concludendo il suo intervento la Presidente di Fratelli d’Italia ha parlato anche della revoca dei finanziamenti pubblici all’Anpi: “Il ministro Salvini ha finalmente sposato una richiesta di FdI che, a luglio 2018, in sede di commissione Difesa, da sola ha votato contro l’attribuzione di contributi ad alcune associazioni, tra i quali figura in particolare l’ANPI. Se queste associazioni vengono finanziate e poi definiscono le foibe “un’invenzione fascista” qualcosa non va. Sono fondi pubblici che non possono essere distribuiti senza le necessarie verifiche sui contenuti dei progetti e delle iniziative proposte”.
Carlo Alberto Ribaudo