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Politica locale

Per la sinistra trentina il problema è Fugatti che critica l’Europa, non l’Europa che volta le spalle

Fugatti sbaglia, viva l’Europa“: questo è il mainstream che la sinistra in Trentino e la stampa locale stanno ripetendo dopo che il Presidente Fugatti si è pubblicamente lamentato di un’Europa sorda al disastro sanitario ed economico italiano e trentino causato dalla pandemia. Un grido di dolore che segue quello di Di Maio e di Giuseppe Conte, ma anche da parte del Partito Democratico del Trentino che giorni fa si lamentava dell’Olanda.

Fugatti lo ha fatto mostrando il video di un signore che ammainava la bandiera dell’Unione europea a Borghetto in segno di protesta. Un gesto netto, preciso e che lancia un messaggio di protesta contro i centri di potere di Bruxelles che non stanno aiutando sufficientemente l’Italia nel momento del bisogno.

Feroci le critiche scatenate dai media e imputabili al mondo del centrosinistra. Franco Ianeselli, candidato Sindaco di Trento, parla di “tristezza” nel vedere tali gesti pubblicati da un Presidente di Provincia, affermando che piuttosto Fugatti dovrebbe lavorare con Bolzano e Innsbruck per sfruttare l’autonomia, semmai proprio quella con il Tirolo che ai primi di marzo aveva quasi bloccato la frontiera al Brennero in barba alla solidarietà che dovrebbe stare alla base dell’Euregio. Non è dato sapere come, visto che l’emergenza sanitaria è mondiale e che non si fa altro che ripetere che siamo tutti sulla stessa barca.

+Europa parla addirittura di ribrezzo perché Fugatti si sarebbe permesso di partecipare al ricordo di Antonio Megalizzi, quando il reale pensiero del Presidente sarebbe invece euroscettico. Non solo, in un momento in cui tutti si stanno adoperando per cercare di portare qualche danaro in più nelle tasche di cittadini, lavoratori e imprenditori, Alexander Schuser, portavoce regionale del partito di Emma Bonino, se ne esce con “Ci sono almeno 49 milioni di ragioni per avere più fiducia nell’Europa che nel Governo Provinciale“, facendo riferimento agli euro confiscati al Carroccio.

Last but not least, il Partito Democratico – che proprio nei giorni scorsi criticava l’atteggiamento ostruzionista dell’Olanda – dalla voce di Giorgio Tonini e Lucia Maestri parlano addirittura di vilipendio alla bandiera, affermando che il gesto di Fugatti serva solo a portare a un pugno di like o a una “pacca sulla spalla” di Matteo Salvini. In sostanza, è il Presidente della Provincia, dall’alto del suo immenso potere, a sbagliare nel registrare un uomo che ammaina una bandiera, mentre l’Europa, divisa tra calcoli economici e duelli di supremazia interna, fa bene a ignorare le richieste di un Governo Conte II che – diamo la notizia a chi se lo fosse perso – è di centrosinistra.

Tante critiche, certo, ma tutte limitate al singolo gesto. Tralasciando il tanto declamato clima di unità nazionale, che vale solo quando si vuole criticare il Governo nazionale mentre per qualsiasi amministrazione locale targata centrodestra – sia essa il Trentino, il Veneto o la Lombardia – si può criticare qualsiasi decisione senza essere bollati come “irresponsabili“, quello che deve sorprendere è invece il fatto che nessuno sia sceso nel merito del perché Fugatti abbia avallato tale gesto.

Il messaggio lanciato dal Presidente Fugatti è chiaro – anche troppo per i toni istituzionali che un Presidente dovrebbe avere – ma quale differenza ci sarebbe tra questa condivisione di un gesto, tra l’altro non compiuto nemmeno da Fugatti e non avvenuto in un palazzo pubblico istituzionale, e le frasi illiberali di un qualsiasi Governatore De Luca? Affermare di andare coi lanciafiamme nelle case di chi organizza feste di laurea non è una provocazione più o meno simpatica per portare il focus su un problema serio e concreto?

Non si comprende dunque perché non si sia fatta da parte di nessuno dei tanti opinionisti una riflessione sul ruolo, finora disatteso, dell’Unione Europea come organo a sostegno dei singoli Stati, anzi addirittura si parla di vergogna per aver partecipato al ricordo di uno studente. È vero o non è vero che le dichiarazioni della BCE hanno provocato un crollo della borsa italiana? È vero o non è vero che la Commerzbank consiglia di vendere i BTP italiani considerandoli tra quelli che potrebbero diventare “titoli spazzatura“, con tutte le conseguenze economiche del caso?

Il gesto di Fugatti, dunque, vuole essere una provocazione per suscitare una riflessione in sfere ben più alte, non certo una critica tout court all’Unione Europea o un gesto per spingere il Trentino a una secessione dall’Europa, nemmeno fosse un Carles Puigdemont in salsa euroscettica. Senza il Boston Tea Party oggi non esisterebbero gli Stati Uniti: non è certamente possibile paragonare Fugatti a George Washington, ma la provocazione da sempre ha l’obiettivo di suscitare riflessioni su un tema. Evidentemente, la riflessione in casa di certi esponenti del centrosinistra, è stata soffocata dalla polemica politica.

Riccardo Ficara Pigini