Una delle criticità maggiori che ha accompagnato l’Italia lungo la fase iniziale dell’emergenza sanitaria causata dal coronavirus, è stata senz’altro la carenza dei dispositivi di protezione individuale. Carenza che, ad un certo punto, hanno reso presidi come le mascherine, guanti monouso e gel sanificanti per le mani, praticamente introvabili in tutta la penisola.
Oggi, con il coronavirus che ha allentato la sua morsa sul belpaese, spuntano alcuni (presunti) retroscena che getterebbero diverse ombre sul comportamento tenuto dal premier Giuseppe Conte in quei drammatici momenti di difficoltà. Come riporta il quotidiano “Il Giornale” infatti, mentre le Regioni lamentavano la quasi assoluta carenza di dispositivi di protezione individuale, al Premier e a tutto Palazzo Chigi le mascherine sarebbero arrivate in cinque giorni (e ad un prezzo irrisorio).
Nello specifico viene fatto riferimento ad alcuni ordini effettuati nella prima metà di marzo, per un ammontare pari a 7,5 milioni di euro, dalla presidenza del Consiglio dei ministri che evidenzierebbero come in uno dei momenti più difficili della storia recente italiana, in cui presidi come mascherine, camici, guanti e gel erano diventati merce rara, il Presidente del Consiglio abbia preferito tutelare sé stesso e i suoi rispetto a quella del resto del paese.
Entrando nello specifico della vicenda, “Il Giornale” riporta come a seguito delle lamentele, iniziate lo scorso febbraio, di Regioni, Provincie e Comuni circa la carenza di dispositivi di protezione individuale e la contestuale richiesta di un acquisto “centrale” da parte della Protezione Civile, Palazzo Chigi si sia attivato solamente il 25 febbraio, ben quattro giorni dopo l’identificazione del primo paziente malato di covid-19 a Codogno.
Decidendo poi, tra il 26 e il 27 febbraio, di acquistare duemila mascherine, cifra poi aumentata a diecimila, non per le migliaia di operatori sanitari impegnati notte e giorno nella lotta al coronavirus, ma per integrare le scorte di Palazzo Chigi. Sempre da documenti interni sarebbe inoltre emerso che le diecimila mascherine sarebbero state acquistate ad un prezzo molto più basso rispetto a quelle in commercio ai tempi, ovvero circa 20 centesimi al pezzo.
Questa storia, se venisse confermata ufficialmente, getterebbe (ancor di più) pesanti ombre sull’operato delle Istituzioni nelle primissime fasi dell’emergenza sanitaria. La “corsa alle farmacie” che aveva reso mascherine, gel sanificante e guanti introvabili in tutta Italia, è purtroppo ancora nella memoria di tutti.
Mentre l’Italia era vittima “degli sciacalli del virus”, acquistando dispositivi di protezione a prezzi, svariate volte, superiori a quelli consigliati, il Premier Conte comprava, a prezzi stracciati, mascherine per proteggere tutta Palazzo Chigi, lasciando il paese in preda al panico.
Carlo Alberto Ribaudo