Nelle scorse ore, l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) ha pubblicato sul proprio sito un report dal titolo “Primi riscontri e riflessioni sul bilancio demografico del 2020” con il quale ha voluto evidenziare, nonostante il bilancio ufficiale non sia ancora stato pubblicato, un principio di analisi sull’andamento demografico italiano nel 2020.
Tralasciando i dati relativi alle morti, pesantemente condizionati dalla pandemia e dall’impatto che il Covid-19 ha avuto sull’Italia, il dato che desta maggior clamore è senza dubbio quello relativo alle nascite. Stando a quanto riporta Istat per la prima volta da 150 anni il numero dei nuovi nati potrebbe rimanere sotto la soglia delle 400 mila unità.
“Già le risultanze del periodo gennaio-agosto 2020, ossia gli esiti dei concepimenti orientativamente avvenuti – senza alcuna influenza di Covid-19 – nel periodo che va da aprile a novembre del 2019, testimoniano un calo di nati del 2,3%, tale andamento, se mantenuto per il successivo bimestre settembre-ottobre, ancora legato a concepimenti del tutto Covid-free, porterebbe il totale dei nati nei primi dieci mesi del 2020 a 343 mila unità” ha evidenziato il presidente di Istat, Gian Carlo Blangiardo.
Nonostante manchino ancora i dati precisi sui mesi di novembre e dicembre 2020 che, se si mantenessero sulle stime degli anni precedenti porterebbero il totale a superare quota 400 mila, Blangiardo ha voluto mettere in guardia sulla possibilità che l’incertezza generale causata dal Covid, possa aver influito su questo dati specifici, affermando: “non va dimenticato che dicembre 2020 si colloca a distanza di nove mesi dalla drammatica comparsa della pandemia, ed è verosimile immaginare che, così come accadde per la caduta delle nascite al tempo della grande paura per la nube tossica di Chernobyl, anche in questa circostanza ci siano stati frequenti rinvii nelle scelte riproduttive. In ultima analisi, nel 2020 è legittimo aspettarsi un sensibile calo di nascite nel mese di dicembre, con qualche primo debole segnale già a novembre, per via dei concepimenti nella seconda metà di febbraio e/o degli eventuali parti pretermine.”
A calare non sono state solamente le nascite, l’Istat ha anche chiarito come il numero di matrimoni, nel 2020, sia praticamente dimezzato rispetto al 2019. Nel periodo gennaio ottobre del 2020 sono stati celebrati 85 mila matrimoni, un numero preoccupantemente basso se si considera che nello stesso periodo del 2019, le celebrazioni erano state 170 mila e nel 2018 addirittura 182 mila.
“D’altra parte se è vero che la nascita di un primogenito, che ha riguardato il 47,8% degli eventi registrati nel 2019, ha come presupposto – non esclusivo ma certamente qualificante – una scelta di genitorialità maturata entro un rapporto di coppia stabile, viene naturale chiedersi come si potrà diluire/recuperare nel tempo questo brusco punto di rottura introdotto da Covid-19 nell’avvicendamento delle coorti matrimoniali” ha concluso in merito Gian Carlo Blangiardo.
Carlo Alberto Ribaudo