Ossanna Assessore regionale del Trentino-Alto Adige, all’interno di una Giunta guidata dalla Lega e dall’SVP. Uno scenario che anni fa sarebbe sembrato pressoché impossibile, ma che invece è divenuto realtà alla luce degli sviluppi della politica trentina negli anni successivi alle elezioni provinciali del 2018.
Il PATT, che è stato l’artefice della spaccatura definitiva del centrosinistra trentino quando Ugo Rossi decise di candidarsi ugualmente senza il sostegno del Partito Democratico, che decise invece di ripiegare su Giorgio Tonini, aveva finora assunto una connotazione molto particolare: o a sostegno del centrosinistra, come a Trento o a Rovereto, oppure “Blockfrei“, ovvero fuori dagli schemi classici della politica, come a Riva del Garda.
Proprio il risultato di Riva fu particolarmente interessante, dal momento che il PATT ha rappresentato l’ancora di salvezza per la Sindaca leghista Cristina Santi: al ballottaggio, i voti autonomisti sono confluiti su di lei, con la Santi che ha fornito in cambio al PATT il ruolo di Vicesindaco per Silvia Betta e anche l’Assessorato all’urbanistica per Mauro Malfer, candidato Sindaco per gli autonomisti.
L’inedita – fino ad allora – alleanza con la Lega aveva suscitato più di qualche malumore interno all’ala “sinistra” del PATT, portando poi al divorzio di esponenti celebri come Ugo Rossi, formalizzato qualche settimana fa con il passaggio dell’ex Presidente della provincia nelle file di Azione, il partito di Carlo Calenda. Un divorzio che però è andato ad anticipare un’altra storica decisione che conferma i contatti tra il PATT e la Lega.
Una volta persa la voce più “oltranzista” del PATT con l’addio di Rossi, Ossanna ha potuto imporre la sua linea più “moderata” e aperta a una collaborazione con la Lega, sbrigliando così un problema che si era formato, all’interno della Giunta regionale, con il passaggio di Claudio Cia in Fratelli d’Italia. Causate probabilmente dai dissidi verificatisi in seno alla candidatura a Sindaco di Trento di Alessandro Baracetti, poi naufragata, le frizioni tra Cia e la Lega sono poi sfociate nel passaggio dell’esponente civico della lista Agire per il Trentino al partito di Giorgia Meloni, comportando però le sue dimissioni dal ruolo di Assessore regionale agli Enti locali, essendo FdI all’opposizione del Südtiroler Volkspartei.
Il posto libero in Giunta, che ha per mesi comportato una serie di discussioni tra il Carroccio e l’SVP, viene dunque occupato proprio da Ossanna, andando a rinforzare la componente autonomista: con lui infatti saranno ben tre gli esponenti dell’asse PATT-SVP, oltre a Manfred Vallazza e Waltraud Deeg e al Presidente regionale Arno Kompatscher. Al centrodestra rimarrebbero la vicepresidenza con Fugatti e l’Assessorato all’Integrazione europea con Giorgio Leonardi in quota Forza Italia.
Questo nuovo avvicinamento tra autonomisti e Lega è stato benedetto anche dagli esponenti del Carroccio: “Ci siamo sentiti con il PATT e abbiamo trovato convergenze su alcuni temi, riguardanti l’autonomia e l’Euregio, sui quali c’è la comune intenzione di lavorare bene insieme a livello regionale con una convergenza programmatica” ha dichiarato Diego Binelli, onorevole trentino della Lega e commissario del partito in Provincia. “Siamo a disposizione per tutto ciò che rafforzi i rapporti tra Trento e Bolzano, siamo in maggioranza con l’SVP sin dall’inizio della legislatura e continueremo a starci” ha invece riferito Simone Marchiori, Segretario del PATT.
Nella seduta di oggi del Consiglio regionale è stato dunque formalizzato, attraverso il voto, l’insediamento di Ossanna. Ma questa decisione potrebbe avere ripercussioni importanti all’interno non solo della Giunta regionale, ma anche nelle varie maggioranze che si sono costituite in Provincia. L’esclusione delle altre forze del Centrodestra provinciale dalle discussioni su Ossanna potrebbe non essere gradita né alla Civica di Gottardi – che poteva ambire all’Assessorato regionale – né ai Fratelli d’Italia, seconde forze numeriche in Consiglio provinciale per il Centrodestra trentino. Senza i loro voti, il centrodestra avrebbe solo 16 consiglieri sui quali contare con una maggioranza fissata a 18 e l’unico possibile soccorso arriverebbe proprio dal PATT con i suoi 4 consiglieri, che scendono a tre se si considera l’addio di Ugo Rossi.
A prescindere da intrighi di palazzo degni degli sceneggiatori di House of Cards, la nota serie TV incentrata sulle vicende politiche interne alle camere degli Stati Uniti, quel che è certo è che la strategia “Blockfrei” portata avanti in parte da circa tre anni dal Partito Autonomista Trentino Tirolese ha saputo sparigliare le carte, mettendo sia il centrodestra che il centrosinistra sull’attenti, in vista degli equilibri che dovranno ricomporsi in vista delle prossime elezioni politiche e provinciali, dove mai come questa volta i voti autonomisti potranno essere definitivamente decisivi.
di Riccardo Ficara Pigini