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Politica locale

Comunali 2020, il vero vincitore è il PATT “Blockfrei”

I risultati delle elezioni comunali 2020 in Trentino consegnano le principali città della Provincia al centrosinistra, con le eccezioni di Riva del Garda e Avio, dove si è affermato il centrodestra, ottenendo addirittura la riconferma nel caso di Avio.

In questo contesto, è anche utile porsi un’analisi su errori e strategie vincenti operate del centrodestra. Il primo errore, di cui si è già ampiamente parlato in tempi non sospetti, è stata la scelta di candidare a Trento Alessandro Baracetti: una candidatura di cui non si è capito esattamente lo scopo, se non quello di dar vita a un processo di disintegrazione del centrodestra che – numeri alla mano – si è ritorto contro la Lega.

Se Andrea Merler fosse stato a capo di un’ampia coalizione, capace di racchiudere al suo interno tanto Silvia Zanetti quanto Claudio Cia, avrebbe potuto tranquillamente superare il 40%, mettendo persino a rischio la vittoria del centrosinistra al primo turno, specie perché avrebbe condotto una campagna elettorale da febbraio e non certo da agosto.

In sintesi, a Trento non si è cercato seriamente di arrivare alla vittoria ma si è preferito dare la colpa del fallimento del centrodestra alle divisioni interne alla stessa coalizione.

Letteralmente miracolosa è stata invece la campagna elettorale di Rovereto, dove il centrodestra era molto più svantaggiato rispetto a quello del capoluogo. Il ballottaggio alla fine c’è stato e anche se è stato riconfermato Valduga, il centrodestra è rimasto in partita fino all’ultimo.

In questo contesto, merita una menzione particolare l’area politica cosiddetta “popolare, civica e autonomista“, composta da persone che voterebbero – e all’atto pratico votano – centrodestra ma che non si sentono parte del mondo della Lega. A Trento Merler è riuscito a creare una lista civica capace di pescare da questo elettorato, incassando un risultato discreto in quanto superiore a quello di Civica Trentina del 2015. Anche a Rovereto l’esperimento è riuscito, ma sono comunque dei progetti embrionali, di quelli che spesso non escono al di fuori dello stadio primordiale e si fermano piuttosto alle prime difficoltà.

In Trentino vi è quindi necessità – anche perché fondamentalmente oggi mancano alternative – di dar vita a un contenitore civico ma che non sia quello teorizzato da Carli, capace di raccogliere un 5% e che semmai si è posto in diretto contrasto con la Giunta Fugatti, quanto piuttosto un contenitore che possa essere un punto focale dell’alleanza di Governo, capace al contempo di dare comunque una sua precisa visione.

Il concetto del contenitore civico è stato colto perfettamente, ad esempio, a Riva del Garda: Mauro Malfer del PATT ha infatti ignorato gli ordini provenienti da Trento di convergere verso il candidato del centrosinistra, scegliendo invece di correre assieme al candidato del centrodestra Cristina Santi. Una mossa, quella dell’esponente autonomista, che nei fatti si è dimostrata vincente perché – con l’elezione proprio ieri della Santi – ora gli autonomisti avranno un ruolo di primaria importanza all’interno della nuova Giunta comunale.

Al primo turno infatti Malfer ha agito in una logica di “Blockfrei“, cioè correndo da solo senza aderire a nessuna delle due grandi coalizioni: sostenuto dal PATT e da altre quattro liste civiche, ha raccolto un risultato importante, con il 27,94% delle preferenze. Forte di questo terzo posto, si è poi presentato da Cristina Santi ascoltando la sua proposta di alleanza in vista del ballottaggio. Una scelta simile è stata percorsa anche ad Avio, dove addirittura il PATT ha vinto la sfida interna tra le opposizioni del centrodestra, accedendo al ballottaggio, perdendo con il 46,69% dei voti.

Ora gli autonomisti avranno un ruolo di primaria importanza all’interno della nuova Giunta comunale di Riva, con il Vicesindaco e probabilmente due Assessori. Nei fatti, una situazione ben diversa rispetto a quanto succede in altre città dove il PATT non ha ruoli di primo piano e di forza politica come a Riva del Garda. Certo, a Trento il Vicesindaco di Ianeselli è Stanchina, ma quello è stato un atto dovuto, di “buona educazione”, dato che lo stesso era stato considerato come possibile candidato Sindaco per tutto il 2019 e non si poteva certamente ignorare l’apporto che gli autonomisti hanno dato all’elezione di Ianeselli.

Il loro supporto, tuttavia, rimane subordinato a quello delle sinistre e di Futura, mentre a Riva la situazione è totalmente opposta, visto che la Lega avrà certamente l’importante ruolo del Sindaco ma dovrà sempre relazionarsi a stretto giro con gli esponenti autonomisti, i quali non si troveranno in una posizione di subalternità come il PATT del capoluogo.

Riccardo Ficara Pigini