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Elezioni Presidente della Repubblica: la sovranità appartiene al greenpass

L’articolo 83 della Costituzione Italiana recita:

Il Presidente della Repubblica è eletto dal Parlamento in seduta comune dei suoi membri.

[omissis]

L’elezione del Presidente della Repubblica ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza di due terzi dell’assemblea. Dopo il terzo scrutinio è sufficiente la maggioranza assoluta.”

L’intenzione dei Costituenti era certamente quella di dare all’Assemblea parlamentare almeno tre possibilità di eleggere un Capo dello Stato con larga condivisione; appunto quella dei due terzi.

Due terzi della Nazione visto che l’art. 67 recita “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato.

Si perché, maggiore è la convergenza su un nome, in merito al quale c’è tutto il tempo per discutere e battersi e dibattere prima di avviare le operazioni di “chiama” e maggiore è l’autorevolezza della quale il prescelto gode, almeno così dovrebbe essere in un sistema repubblicano di democrazia rappresentativa.

Posto che l’autorevolezza derivante dall’atto di investitura ne è solo conseguenza e non genesi come potrebbe accadere in un sistema monarchico, autoritario o, più genericamente, verticistico.

Ecco quindi il perché dei tre scrutini a maggioranza dei due terzi: una formula che dona autorevolezza e valore all’opera dei “rappresentanti del Popolo”.

Chiaro che il riuscire a produrre un accordo in questi termini nelle azzimate sale dei palazzi romani è faticoso e richiede doti di mediazione e intelligenza politica. Una faticata insomma. Una faticata, con conseguente aumento della sudorazione, che mal si addice ai completi scuri in fresco lana dei nostri “rappresentanti istituzionali”.

Ed ecco quindi che assistiamo all’evasione dei primi tre scrutini con il rito della scheda bianca. Con tanto di messaggini diffusi urbi et orbi. Come a dire: chissenefrega di questo orpello costituzionale, liberiamocene con l’escamotage, con il trucco, con la furbata consolidata. Poi discuteremo di chi riesce a raggiungere il 50% +1 del votanti. Del resto, Giorgio Napolitano fu “elevato al seggio del Colle” con un risicato 54 % ma regnò senza ostacoli e si vestì del manto della piena autorevolezza.

Altri tempi, ed altri parlamentari, quelli che elessero al primo scrutinio Francesco Cossiga con un netto 76,8 %!

Insomma signori miei, attendiamo che passino questi primi tre giorni, sbeffeggiata la Costituzione (quella più bella del mondo -cit.-), ripartiranno le trattative di palazzo per ridefinire poteri, poltrone, incarichi e prebende future.

E il Popolo? Che taccia e non si impicci, si accontenti di essere definito “sovrano”, personalmente ho sempre trovato ironica questa definizione in Italia, e si preoccupi della validità del suo greenpass!

Raimondo Frau