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Società

Il no di Fassina alla maternità surrogata

Secondo Fassina, è inaccettabile che la sinistra appoggi l’industria della produzione e della vendita dei bambini. Il punto principale sollevato da Fassina è che il figlio non può essere considerato un diritto, e quindi non è possibile acquistarlo come un bene sul mercato. L’idea che qualcuno possa avere il potere d’acquisto e andare sul mercato a comprare un bambino è ritenuta da Fassina estremamente sbagliata.

Il politico sottolinea l’importanza di assumere una cultura del limite quando si tratta di questioni come la maternità surrogata. Secondo lui, la sinistra è solita adottare tale approccio quando si tratta di condizioni lavorative o della tutela dell’ambiente, ma sembra non farlo in questo caso specifico.

La maternità surrogata è una pratica controversa che coinvolge una donna che porta avanti una gravidanza per conto di un’altra persona o coppia che non può avere figli. Questo solleva numerose questioni etiche, come la commercializzazione del corpo della donna e il possibile sfruttamento della gestante.

Stefano Fassina, presidente dell’Associazione Patria e Costituzione, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotto

Sulla maternità surrogata. “Chi difende la dignità delle persone, del lavoro, la tutela dell’ambiente, non può sostenere l’affitto di una madre per la generazione della vita. Non dovrebbe essere particolarmente difficile per la sinistra che ha una cultura umanista e anche per il cattolicesimo progressista trovare la coerenza nella posizione che ho espresso io. Questo non c’entra niente con la tutela dei bambini. I bambini vanno tutelati, ma non possiamo chiudere gli occhi di fronte a ciò che è diventata l’industria della produzione e della vendita dei bambini. E’ qualcosa di inaccettabile. Bisogna condannare e provare a limitare questo fenomeno. In Italia la maternità surrogata è proibita, ma si stanno facendo aperture da parte di una sinistra per cui invece dovrebbe risultare scandalosa. Non c’entra niente l’omosessualità, perché la maggior parte delle coppie che ricorrono all’utero in affitto sono eterosessuali. Il figlio non è un diritto, quindi non è che se tu hai potere d’acquisto vai sul mercato e lo compri. Bisogna assumere una cultura del limite. La sinistra la assume quando si tratta delle condizioni dei lavoratori e della tutela dell’ambiente, non l’assume invece in questo caso”.

Sull’inseminazione artificiale. “Non si possono fare analogie tra questo e l’utero in affitto. Io mi sto riferendo all’affitto di una madre su un catalogo e all’acquisto del suo prodotto. Qui stiamo parlando di un’industria, di un mercato da miliardi di euro. C’è un limite che riguarda la dignità dell’altro. Il limite al diritto ad avere un figlio è dato dal limite al diritto alla dignità dell’altra”.

Sul certificato di filiazione. “La filiazione che avviene in uno Stato europeo viene riconosciuta in tutti gli Stati dell’Ue. Riguarda le condizioni più diffuse, non ha come oggetto la maternità surrogata. Quindi a mio avviso la destra ha fatto un’operazione strumentale a bloccarlo. Aumenta però i rischi che la maternità surrogata possa diventare un’attività legittima nell’UE”.