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Gloria Rosboch e il duo diabolico

A tutta prima, quando emerse questo caso di cronaca, pensammo a un nome mezzo tedesco, a una terra di frontiera mitteleuropea; ma Rosboch è un cognome originario del canavese, con tanto di stemma gentilizio, che si sarebbe formato dall’unione di Rosso e Boc (non ci inoltriamo in ulteriori spiegazioni), e appartenne anche a gens politica e di cinema.

E’ il gennaio 2016 e ci informano che da Castellamonte, provincia di Torino, è sparita una cinquantenne, insegnante di sostegno di lingua francese. Non nascondiamocelo, ci apparve subito l’immagine di una tipica signorinotta stile Fogazzaro, merletti, lavanda e borotalco.

I media “sfondarono” quella linda casa di piccolo Piemonte antico, le telecamere inquadrarono la cameretta impeccabile della matura ragazza, il papà Ettore, malandato in salute, l’energica madre ex sindacalista; venimmo informati che la prof era rimasta senza incarico e ci sfiorò il dubbio che una crisi di mezza età, unita alla provvisoria disoccupazione, l’avessero indotta a un momentaneo allontanamento.

Tuttavia, poco prima del ritrovamento del suo corpo in una sorta di vasca da spurgo, poco più di un mese dopo in zona Rivara, sempre nel torinese, e quando già serpeggiavano i sospetti su coloro che poi verranno condannati, la nostra curiosità si accese per ragioni diametralmente opposte a quelle che di solito la suscitano: niente amori strani o complicati, fidanzamenti, matrimoni finiti.

Gloria aveva sempre vissuto con i severi genitori, di quella rigidità di costumi un po’ calvinista, che tanti piemontesi d’antan manifestavano: ritrosa e stanziale, domeniche a Messa, gran tifosa della Juventus in televisione, senza mai essere andata allo stadio. Nella bara la composero con vesti bianconere.

Saltiamo la cronaca, ben conosciuta, per fermarci sul tipo che per un poco sembrò darle speranza di una vita diversa.

Gabriele De Filippi, ventidue anni al momento del delitto, viene da una famiglia allargata che oggi non desta più curiosità, vive con madre e fratellastro, non vede molto il padre. Il ragazzino Houdini e metrosexual, con bella fidanzata marocchina, maturo amante maschio e chissà che altro, ignorante ma forbito, dotato di capacità di affabulazione tanto da convincere (pare) pletore di donne e donnicciole a sganciare aiuti o alla connivenza, in che momento concepì il piano?

Quando e come il ganimede del web convinse la Rosboch a inventarsi un giro di movimenti bancari per affidargli 187.000 euro, quando nessuno avrebbe ritenuto mai la donna capace di una minima astuzia? E ancor prima, come riuscì a infiltrarsi in casa e a carpire la fiducia dei due anziani, benché Luisa abbia sempre protestato di avere più uso di mondo della ingenua figlia? Possibile che, pur poco avvezzi tutti, in casa, a utilizzare mezzi informatici, non si siano accorti dell’aria che tirava, con quel trasformista che andava e veniva?

Evidentemente sì, e nessun dica: a me non potrebbe capitare. Gloria è stata oggetto di perplessità, per il colpo di vita che forse ci si sarebbe aspettati da una emula Kardashian, da una di quelle ragazzine che fanno boccuccia nei selfie e si candidano alle ginocchiere a vita, ma non da lei. E dunque, ha preso fiato la fazione libertaria che bolla l’ambiente religioso come covo di frustrazioni sessuali che poi, esplodendo, provocano terremoti sociali.

Di fatto, non esistono canoni da promuovere o bocciare, e ci si tiene la vita con le sue incognite. Gabriele aveva un mentore sessuale, Roberto Obert, che ne ha usato ragazzino, ma poco è apparso nelle cronache, certamente co – regista delle operazioni, anche se si è venduto per vittima.

Rosboch

Obert è responsabile della biblioteca del carcere. Gabriele, che sconta trent’anni, ovviamente nel frattempo si è laureato. Detenuti modello, dopo aver truffato, strangolato e gettato in un pozzo un essere indifeso come Gloria: a quando i permessi?

Carmen Gueye

Riguardo l'autore

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Carmen Gueye genovese laureata in lettere antiche, già pubblicista e attiva nel sociale, è autrice di romanzi, saggi e testi giuridici