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Tevere criminale

27 febbraio 2013: il fotografo freelance Davide Lo Presti, noto in ambiente per alcuni significativi scoop, fa jogging lungo Tevere Testaccio, quando stramazza colpito da un colpo di pistola: a oggi, nessun indagato.

Beau Salomon è uno studente di diciannove anni, arriva da un paesotto del Wisconsin, dove vive con la sua affiatata famiglia. Ha un faccino simpatico e un buffo sorriso; pare sia molto famoso negli USA per aver lottato, fin dalla tenera età, con un cancro sconfitto grazie a una serie di delicate operazioni, che gli hanno consentito di praticare ottimamente anche il football, quello americano s’intende. Ci hanno sempre detto che era venuto in Italia per uno stage all’universitàJohn Cabot”. Il 30 giugno 2016 Beau sbarca a Fiumicino proprio per frequentarla; ma, quasi appena sceso dall’aereo, si fionda senza indugio sulle rive del Tevere: dove oggi non si danza come Maurizio Arena e Marisa Allasio, ma si incrociano squatter, punkabbestia poco amichevoli, cani feroci, topi, cumuli di spazzatura, e ogni genere di situazione sconsigliabile anche al più temerario serial killer, in una girandola di stordimento da sostanze, alcune, pericolosissime, anche coltivate sul posto.

Beau, che sarebbe stato derubato al suo arrivo in capitale, non sembra preoccuparsene e ci va a sera inoltrata, nel buio. Chi gli aveva detto di cercare proprio in quello sconsigliabile contesto? Quel che è emerso è lo stato di ubriachezza del povero studente.

Le telecamere hanno mostrato sfocate immagini di una rissa e lui che cade in acqua, mentre sull’altra sponda il passeggio continua senza un plissé: evidentemente era uno spettacolo consueto.

Il “clochard” Massimo Galioto, ivi “residente”, accusato di aver gettato il giovane a fiume, è stato definitivamente assolto, ammettendo solo di aver apostrofato il poveretto con la generica minaccia “vattene sinnò t’ammazzo”.

Il risultato finale è che il signor Galioto, nel 2020, finisce di nuovo in carcere con l’accusa di aver ucciso, il 7 maggio di quell’anno, sempre in zona teverina un senzatetto rumeno reo, a suo dire, di aver rubato dalla cassa comune della comunità homeless. Si attende la sentenza definitiva.

Luciana Martinelli, ventisette anni, definita insegnante di lingue per bambini e cinofila, se ne scappa da casa, dove ha lasciato il telefonino, il 4 aprile 2020 e viene ritrovata morta in Tevere dopo un paio di settimane. L’autopsia riporta la morte per congestione. Secondo i media la giovane definita “fragile” se ne andava a zonzo, cercando un’officina per ricaricare la batteria dell’auto (in pieno lockdown). Siamo certi sia andata proprio così?

Carmen Gueye