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Pertini, un presidente artatamente sacralizzato

Forse solo chi c’era può ricordare il clima degli anni settanta, in Italia e non solo. Attentati, stragi, tumulti, costellavano la vita di tutti i giorni, soprattutto nel nostro centro nord, mentre emergeva una nuova criminalità comune; e i giovani che cadevano nella trappola della droga aumentavano in misura esponenziale. L’unica consolazione arrivava, quando arrivava, da qualche vittoria sportiva: Pietro Mennea, Sara Simeoni, e naturalmente la nazionale di calcio.

Infatti nel 1978 gli azzurri tirarono fuori la testa dal sacco e si qualificarono al mondiale argentino, dopo la deludente prova di quattro anni prima in Germania; fu così che tutti conoscemmo i virgulti scalpitanti, Paolo Rossi, Francesco Cabrini, Marco Tardelli, bei giovanotti di piè veloce, rigorosamente juventini ovviamente.

L’undici nostrano arriverà solo quarto, ma l’attenzione popolare si volse subito verso l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Per poco non aveva finito il mandato l’insigne giurista napoletano Giovanni Leone, tirato giù dal Quirinale dopo una velenosa campagna condotta dalla giornalista de l’Espresso Camilla Cederna, spalleggiata da un incauto Marco Pannella, che avrà poi a scusarsene. La condotta diffamatoria, che costerà una condanna alla Cederna e il ritiro dal commercio del suo delirante libro, fu agevolata dalla depressione politica causata dal rapimento e la morte di Aldo Moro di poco precedente, in cui ogni fazione pescò l’utilità che serviva a emergere.

In tale contesto avvenne, il 9 luglio dello stesso anno, l’elezione di Sandro Pertini, l’uomo che verrà sacralizzato in un elegiaco verso del pezzo “Un italiano vero” di Toto Cotugno, ovvero “un partigiano come presidente”.

Il giovane Pertini, nato nel 1890 a Stella (Savona) dove ora riposano le sue ceneri, attraversa tutte le temperie storiche del secolo scorso da protagonista, avversando il fascismo con una nettezza non comune ad altri “anti” delle successive ore; e mostrando una natura oltranzista che culminerà nella decisione, a nome del CLN, di condannare a morte gli attori legati nella vita Osvaldo Valenti e Luisa Ferida (incinta), con accuse di fiancheggiamento al regime deviato, a oggi ancora da dimostrare.

I resoconti biografici su Sandro, attualmente, appaiono “pettinati” nei passaggi più delicati, controversi o contestati, e mostrano qualche contraddizione sul suo cursus honorum, ma concordano sul suo impegno per la pace e il disarmo: sottolineando la grande amicizia con Papa Giovanni Paolo II e l’assoluto rispetto per il ruolo istituzionale rivestito, allorché presenziò alla camera ardente di Giorgio Almirante.

E come dimenticare la sua esuberante figura che si esalta allo stadio Bernabeu l’11 luglio 1982, per la vittoria dell’Italia di Bearzot: con il successivo ritorno in aereo insieme ai neo campioni e la partita a scopone a beneficio della stampa accompagnatrice, con Zoff, Causio e Bearzot stesso.

Con gli anni forse Sandro manifesterà la sua natura rancorosa, per esempio quando ricoprirà di cattive considerazioni proprio Leone, reo di essere stato intercettato mentre, con l’albagia dell’accademico partenopeo, dileggiava il Pertini naif, di cultura più montanara e partitica che cattedratica.

Sposato, senza figli, con la bella e più giovane Carla Voltolina, conosciuta durante la resistenza, futura psicologa nel settore delle tossicodipendenze, non ne farà una first lady in chiffon come lo era stata la precedente donna Vittoria; la ruvida Carla non volle mai apparire al suo fianco, tranne durante un viaggio ufficiale in Cina.

Pipa e cipiglio, scostato dai banchi estremi delle ideologie, il presidente Pertini è stato l’ultimo esponente di quella carica apprezzato in somma misura dal popolo; e noi ci potremmo aggregare, quando lo ricordiamo alzarsi di scatto al terzo goal di Altobelli; al resto, penserà la storia.

 Carmen Gueye

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Riguardo l'autore

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Carmen Gueye genovese laureata in lettere antiche, già pubblicista e attiva nel sociale, è autrice di romanzi, saggi e testi giuridici