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Sport estremi, emozione o pericolo?

Attività sportive volte alla ricerca di forti emozioni, sperimentando il pericolo attraverso un grande impegno fisico e dovendo possedere grandi abilità, affrontando sfide inusuali ed elevati rischi.

Ecco così si potrebbero definire gli sport estremi, che negli utlimi 20-30 anni hanno avuto un forte incremento di popolarità, oltre a un continuo lavoro sui materiali e sulle possibilità di utilizzo.

La ricerca e il superamento dei limiti è una delle basi di questa pratica, limiti però che in troppe occasioni sono costati cari.

Perché rischiare di perdere la vita per il gusto di sfidare i propri limiti? Cosa porta una persona a mettersi in discussione fino a questo punto?

Una risposta univoca probabilmente non c’è, probabilmente il gusto di fare una cosa che quasi nessuno osa dà una forza e una convinzione che non ha eguali, forse dà la sensazione di sentirsi veramente liberi, forse l’enorme scarica adrenalitica.

Talmente alto è il rischio che, anche calcolando a dovere tutte le eventualità, non si è mai veramente al sicuro, basta ad esempio un colpo di vento o un piccolo errore di valutazione per mettere seriamente a repentaglio la propria vita.

Sfiorare il confine tra la vita e la morte, il pericolo imminente sono le caratteristiche degli sport estremi, a volte praticati dagli atleti ad altissimi livelli non per proprie convinte scelte ma in conseguenza di pressioni per avere più introiti economici o raggiungere la celebrità, cercando di offrire il miglior spettacolo, a tutti i costi.

Giovanni Gobber

Riguardo l'autore

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Giovanni Gobber - Laureato in Scienze motorie. Collaboratore del CUS di Trento. Specializzato in Ginnastica posturale. Appassionato di Musica e giornalismo sportivo.