Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa domanda: ed allora, gli italiani? Oramai è diventato un intercalare comune tra gli addetti del voluto pensiero unico, dalla TV ai social e siano essi deputati o persone comuni poco cambia, la frase interrogativa resta sempre quella seppure, il più delle volte, sgrammaticata nella separazione tra le due vocali.
Italiani sempre tirati in ballo alla bisogna, accade ogni qualvolta uno straniero commetta un reato nel suolo del Belpaese, ed allora, gli italiani? Come se già non bastassero i nostri guai interni dobbiamo sopportare pure quelli importati, pena la gogna mediatica insieme alle solite accuse di fascisti, razzisti, eccetera, eccetera. Un refrain fin troppo conosciuto, e guai nel controbattere per non vedersi finire alla berlina. Prendo in prestito una frase di Checco Zalone, tratta da un famoso film: ma sono italiani, questi? Perché a sentirli parlare non si direbbe. Sempre pronti nel difendere lo straniero offendendo l’italiano, comunque la rigiro è come il dado di Kubrick, non mi torna mai.
È cronaca di questi giorni della tredicenne violentata da 5 egiziani sotto gli occhi, e le lacrime, del fidanzatino. Sta nella cronaca di tutti i giorni stupri, violenze, rapine, spaccio, soprusi e ammazzamenti. Siamo arrivati al punto che il prendere un treno regionale non sia più cosa per uscirne indenni, tutte le stazioni ferroviarie italiane sono diventate luogo di criminalità, una passeggiata dopocena non è più consigliabile. Secondo le affermazioni di una figura sciagurata, gli stranieri, avrebbero dovuto pagarci le pensioni, se questo è l’acconto non oso pensare al saldo.
Ed allora mi sono stancato di questo replay: allora, gli italiani? Che gli italiani vi stessero sulle palle l’abbiamo capito dal 1946, ma se proprio vi avessimo stancato fate una buona azione, andatevene! E, nel viaggio, portatevi appresso tutti i vostri amati stranieri e non preoccupatevi di noi poiché, senza di voi, i nostri cazzi interni li risolveremo da soli, in fretta, e bene.
Perché la responsabilità morale di questa Babele italica è solo la vostra, compagni!
Andatevene insieme alle vostre colpe infinite, ma per l’amor del Cielo: andatevene!
Marco Vannucci