Films, serie televisive, Netflix, You Tube, Amazon, ecc. su tutti gli schermi impera l’ideologia di estrema sinistra. È onnipresente. Anche al Festival di Sanremo è stata la dimostrazione nei testi delle canzoni, nelle rappresentazioni e nei monologhi.
«cosa andiamo a vedere stasera?», classica domanda che ci poniamo agli inizi della serata. Domanda che spesso si eternizza e diventa anche «dibattito» davanti al vasto contenuto proposto da Netflix. Ma se la «piattaforma numerica» arbora le categorie standard del cinema internazionale, anche dei sotto temi vi vengono proposti. Una volta passate le liste dei polari, westerns, love stories e commedie, Netflix riduce «possibilità di scelta» verso delle categorie ben più divisive: storia e talenti neri per la famiglia, storia e talenti neri per bambini, Black Lives Matter, film LGBT….tutti i settori dell’ideologia woke che formano il «menù».
Ogni registro di ricerca ha il suo formato preferito. Ci sono gli scenari stereotipi dei films di orrore; gli sviluppi attesi sin dall’inizio di certe commedie e poi ci sono le serie sentimentali–drammatiche con quasi tutte lo stesso profilo LGBT con interpreti/attori/attrici che rappresentano studenti e universitari spinti in una frenesia sessuale, in mezzo alla dissolutezza ed uso di droghe. Oppure l’immersione in una «società matriarcale», una società invertita in cui gli uomini sono dominati dalle donne, uomini che «prendono coscienza» della loro mediocrità.
Ma Netflix non s’inventa niente. You Tube è la culla del «wokisme» per coloro che hanno un’età inferiore ai 20 anni: messaggi anti-polizia, propaganda LGBT e propaganda di sinistra. Certamente tutto si può trovare, sia nelle «fictions» che nei «dibattiti», ma quel «tutto» deve ben essere di matrice «progressista». Così l’ideologia woke passa anche via la diffusione del «cancel culture» che riguarda il «passato storico» della Nazioni occidentali, propagandando una distopia della società sognata dalla sinistra, come già faceva l’Unione Sovietica.
di Marco Affatigato