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L’opinione: Elon Musk e l’estinzione degli Italiani

Stavo pensando alla «preoccupazione» che qualche tempo fa ha avuto Elon Musk circa il «rischio di estinzione degli italiani». Questo perché mi è capitato fra le mani un settimanale con un articolo che aveva pubblicato un articolo su questo e mi sono detto «almeno uno che si preoccupa degli italiani». Ho letto quindi della sua apprensione per l’imminente esaurimento fisiologico – e non solo, aggiungerei – del popolo italico. Dovremmo ringraziarlo innanzitutto per la sua premura, perché sembra l’unico al mondo a preoccuparsene.

Del resto la faccenda non turba neanche i diretti interessati: gli italiani. Questo, forse, perché essere italiani è diventato talmente faticoso che uno alla fine si arrende e preferisce «espatriare» e diventare altro. Del resto chi governa il Paese fa di tutto per dissuaderci dal mettere su famiglia e fare figli? Riuscendoci, tra l’altro, benissimo. Decidere di avere figli è complicato. Non ci sono strutture né aiuti, iscrivere il pargolo a un asilo comunale richiede abilità da hacker, il welfare è inesistente e, grazie ai buoni uffici di certi personaggi che non mantengono le promesse di sparire dalla politica (garantendosi leggi elettorali ad hoc che permetta loro di restare seduti per decenni su quelle poltrone pur non avendone meriti), lo sarà sempre di più, fino a dissolversi del tutto.

Non parliamo poi se una donna decide e vuole fare figli! E’ inesorabilmente abbandonata a se stessa e, se non hanno una posizione economica che permette loro di assumersi delle spese, devono arrangiarsi: innanzitutto perché non le assume più nessuno (a meno che non siano parenti e quindi per «aiuto familiare») e poi perché conservare il lavoro diventa un’impresa improba se vuoi allevare a casa il pupo. Non parliamo poi di «metter su famiglia» si diventa immediatamente poveri in canna, soverchiati da tasse e burocrazia, nell’impossibilità di pagare le bollette più costose d’Europa (urge riflettere) e neppure cibo e carburante, dati i prezzi che già erano cari e figuriamoci adesso con i rincari che ci sono stati e gli altri che si intravedono all’orizzonte.

Dunque, se non si ha la certezza di assicurare alla propria prole non soltanto il pane, ma anche un avvenire migliore, possibilmente lontano anni luce da questo marasma, potrei sapere con quale criterio gli italiani dovrebbero moltiplicarsi?

E c’è anche un altro problema: la crisi della materia necessaria per la riproduzione, la demolizione totale e completa della mascolinità, hanno inventato pure i corsi per liberarsi dall’insostenibile peso del testosterone. Spinzettati, smaltati, croptoppati, i maschietti autoctoni hanno ben altro da fare che pensare a propagarsi inseminando. Se fossi malfidato, penserei a una gigantesca manipolazione tesa a orientare il pensiero comune. Ma perché sospettarlo, visto che sono una brava persona?

In ogni caso, fra il terrore imperante di superare l’isolamento tecnologico-virtuale che si è spinto fino al sesso, meglio togliersi dalla testa ogni intenzione fornicatoria, per carità, anatema soltanto a pensarci: dobbiamo essere soli, muti e infinitamente grati di non morire da contatto fisico umano. Con queste prospettive chi può biasimare i giovani e meno giovani italiani se decidono di allevare, anziché infanti, uno stock di piante grasse, considerato che, a breve, sarà prevedibilmente razionata anche l’acqua?

Non so’ se Elon Musk grazie ai motori di ricerca di internet leggerà queste poche righe che ho appena scritto e, magari, da «illuminato» uomo d’affari, esprimerà il suo (a me gradito) parere. Nel frattempo, voi che mi leggete, cosa dite circa la nostra «indigena estinzione» ?

Marco Affatigato

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Riguardo l'autore

Marco Affatigato

nato il 14 luglio 1956, è uno scrittore e filosofo laureato in Filosofia - Scienze Umane e Esoteriche presso l'Università Marsilio Ficino. È membro di Reporter Sans Frontières, un'organizzazione internazionale che difende la libertà di stampa.

Nel 1980 la rivista «l’Uomo Qualunque» ha pubblicato suoi interventi come articolista. Negli ultimi anni, ha collaborato regolarmente con la rivista online «Storia Verità» (www.storiaverita.org) dal 2020 al 2023.