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Medio Oriente. Moni Ovadia: “afflato culturale anti-ebraico possibile ma attenzione perché questo è tipico strumento utilizzato per cercare di tappare la bocca ai critici”

A specificarlo, in merito al cartello apparso durante il corteo pro Palestina a Milano, è stato Moni Ovadia, giornalista e scrittore, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano nel corso della trasmissione 'Cinque Notizie' condotta da Gianluca Fabi.

“Io, com’è noto, sono un radicale sostenitore dei Palestinesi ma non ritengo affatto Liliana Segre agente sionista e trovo che questo modo di manifestare sia totalmente controproducente”.

A specificarlo, in merito al cartello apparso durante il corteo pro Palestina a Milano, è stato Moni Ovadia, giornalista e scrittore, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano nel corso della trasmissione ‘Cinque Notizie’ condotta da Gianluca Fabi.

Ovadia proseguendo nel suo intervento ha poi affermato: “Credo inoltre che il concetto ‘due stati e due popoli’ sia solo un raggiro. L’unica vera soluzione è uno stato plurinazionale, democratico, laico”.

Successivamente il giornalista si è espresso in merito a un nuovo eventuale afflato culturale anti-ebraico, come denuncia la Comunità di Milano che parla di ‘caccia all’ebreo’, su questo punto Moni Ovadia ha dichiarato: “E’ possibile che ci sia, però attenzione perché questo è il tipico strumento utilizzato per cercare di tappare la bocca ai critici. L’antisemitismo è un crimine e criticare Netanyahu, denunciare i crimini che ha perpetrato nel corso di decenni è assolutamente legittimo e non c’entra nulla con l’antisemitismo. Perciò, bisogna vigilare affinché non ci sia antisemitismo ma al tempo stesso diffidare di coloro che usano e hanno usato le accuse di antisemitismo per zittire i critici. Non c’è futuro così per Israele, che finirà per implodere da solo“.

Successivamente, parlando a proposito di Netanyahu, lo scrittore ha affermato: “Ha il profilo criminale, nazionalista, guerrafondaio anche perché questo gli evita di andare a confronto con i suoi guai giudiziari che lo porterebbero verosimilmente in galera. Lui crede solo nella violenza e nella forza, come tutti i nazionalisti, colonialisti e razzisti quale lui è. Fermerà il suo delirio-prosegue-solo quando verrà fermato da una sconfitta, che non è solo sconfitta militare perché magari saranno stesso i suoi a voltargli le spalle“.

Infine, Moni Ovadia ha concluso il suo intervento, specificando: “Sicuramente i cittadini israeliani avrebbero potuto fare molto di più, ma una parte importante della popolazione è come narcotizzata”.