In un momento in cui volare, viaggiare, spostarsi è prerogativa esclusiva della nostra immaginazione e il complemento di moto a luogo é un punto lontano nei nostri pensieri, cercare “testimoni” che portino avanti le nostre idee, i nostri valori – come in una corsa a staffetta – è forse la cosa più utile che possa esserci rimasta.
I giovani, la generazione “Z” e la sua successiva, non sanno cosa aspettarsi, non sanno cosa accadrà in un prossimo futuro. Vivono una sorta di “stato sospeso”, un non luogo quasi costante, quotidiano, che a coloro che lo hanno visto può ricordare il film “The Terminal” il cui attore principale è Tom Hanks con la sua celebre battuta: “Io aspetto”. Ma quel “io aspetto” s’inceppa sul futuro inesistente e in un senso di “separazione” dal passato.
Un’impasse che vede il giovane uomo, la giovane donna al centro, con la loro solitudine riempita da “set” televisivi e videogiochi provvisori in cui ricostruiscono un’apparenza di realtà. La globalizzazione pareva aver annullato le distanze e, invece, vediamo che le ha costruite sempre più insistentemente in quest’ultimo anno.
Oggi, tutti noi, aspettiamo qualcosa. Forse un segno, in una forma di “inquietudine” che ci tiene lontani dalla voglia di rivolta, ma con uno stato d’animo non molto indifferente a ciò che sta accadendo. Viviamo la fine dell’illusione di “sicurezza”.
La viviamo in un modo in cui ci rende impossibile fingere di trovarsi in un luogo non protetto. Ma siamo solo noi, generazione dai capelli bianchi, generazione “anta”, a viverlo. Gli altri, i giovani, …aspettano.
Noi, ch’eravamo turbolenti nel nostro quotidiano, ch’eravamo “movimentisti”, “rivoluzionari” siamo passati alla resilienza. Ci siamo tolti la terra da sotto i piedi, scippati la nostra voglia di respirare lasciando che altri giochino con le nostre paure.
Ma almeno ci resta ancora la “curiosità”. Quella curiosità di sapere di più, come in un viaggio in treno (da tempo ho abbandonato l’auto per viaggiare in treno) in cui ci si imbatte in qualche nuova fermata come qualche nuova persona che permette di creare nuove “connessioni”.
Marco Affatigato