“Con profonda amarezza apprendiamo la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma di confermare la detenzione del nostro Segretario Nazionale Gianni Alemanno presso il carcere di Rebibbia per un anno e dieci mesi. Una sentenza che rallegrerà i suoi detrattori, coloro che da sempre hanno visto in Gianni Alemanno non solo un avversario politico, ma un nemico da abbattere con ogni mezzo”.
E’ iniziato con queste parole la nota con la quale, la dirigenza del Movimento Indipendenza formata da Massimo Arlechino, Marcello Taglialatela, Nicola Colosimo, Felice Costini, Luigia Passaro, Francesco Bevilacqua, Giuseppe Lauria, Marco Pelagatti, Domenico De Mattia, Fabio Granata e Adolfo Morganti, è intervenuta in merito alla decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma di confermare la misura detentiva presso il carcere di Rebibbia per Gianni Alemanno, Segretario Nazionale del Movimento.
Proseguendo gli esponenti del Movimento Indipendenza hanno specificato come, a loro giudizio, la giustizia italiana sembri avere a volte due pesi e due misure, aggiungendo anche come Gianni Alemanno non si tratti “di un omicida, di uno stupratore, di un affarista o di un mafioso da cui la società deve essere difesa”.
“Gianni Alemanno è un uomo per bene, un politico coerente e forse per questo scomodo. Non vogliamo entrare nel merito delle presunte trasgressioni che hanno portato alla revoca della pena alternativa, ma ci domandiamo se uguale incomprensibile rigore avrebbe manifestato il Tribunale , andando addirittura oltre la richiesta della Procura Generale, qualora Gianni Alemanno avesse scelto di ritirarsi dalla scena politica, dedicandosi esclusivamente alle sue passioni per la montagna, il trekking e l’alpinismo. Se regole sono state violate, il “movente” è stato comunque sempre legato alla passione politica e alla sua irriducibile volontà di impegno contro la Guerra in Ucraina, contro il genocidio dei Palestinesi e per la costruzione di un Movimento che riaffermasse l’indipendenza e la sovranità dell’Italia” ha aggiunto ancora la dirigenza del Movimento Indipendenza.
Per loro, saranno i cittadini italiani trarre le conclusioni della amara vicenda, specificando però come permanga la sensazione, anche a chi è lontano dalle sue posizioni politiche, di una profonda ingiustizia. Ritenuta dagli esponenti del Movimento una ferita aperta nella credibilità di chi dovrebbe garantire equità, ma che invece ha dimostrato altro.
Infine, concludendo il loro intervento, gli esponenti del Movimento Indipendenza, hanno ricordato: “Confidando nella saggezza della Cassazione, diamo a Gianni Alemanno tutta la nostra solidarietà e l’augurio che questa pagina buia e assurda della sua vita possa chiudersi al più presto, e possa tornare libero. Libero di scegliere il proprio futuro, libero di continuare a lottare per le sue idee. Perché, come la storia ci insegna, le catene possono imprigionare un corpo, ma non uno spirito indomito. Noi saremo al suo fianco e già da sabato, in Direzione Nazionale, ribadiremo la nostra determinazione a portare avanti il progetto politico di Indipendenza, per il quale Gianni Alemanno ha sacrificato la sua libertà”.