Sta facendo un grande fracasso il caso vigliacco che risale alla notte di San Valentino dove – a Trento, a poca distanza dallo Stadio – una poliziotta molto conosciuta, amante del calcio, è stata picchiata da tre uomini, a notte fonda, in un bar (uno dei pochi bar che a Trento restano aperti dopo la mezzanotte). I fatti sono al vaglio degli inquirenti, anche se le dichiarazioni sono chiare e lineari: la situazione è in contesto normale, dove alcuni avventori si conoscono, di vista, di persona.
Il progredire della violenza è una questione sotto gli occhi di tutti: parole pesanti e troppa confidenza, dalle parole si passa alle mani, poi ai pugni ai calci e il risultato è terrificante. Un naso rotto, 22 punti in testa, botte ovunque. Ad avere la peggio è stata la signora 53enne. Ma perché sono accaduti questi fatti? Per le offese ricevute: la signora è transgender e questo fatto non viene accettato dai conoscenti omofobi.
Sarà stato per dimostrare che sono uomini veri? Per rinnegare una conoscenza che non rientra più nei canoni integralisti di una visione che si nasconde dietro lo schermo di un’associazione di estrema destra? Nuova Guardia, il gruppo Ultras.. ma non è invece che tutte queste sigle siano semplicemente delle tane dove questi elementi disturbanti violenti si sono nascosti per fare branco?
Ormai, allo scoperto, volenti o nolenti, la questione è precipitata: a pochi mesi dalle elezioni, con un centro destra debole, a Trento, mancava ancora il branco di vigliacchi, così la campagna elettorale diventerà l’ennesima occasione per la sinistra per parlare male di chi milita a destra. E chi le ha prese, invece, diventerà l’ennesima pedina da usare per accumulare voti.
Trento è omofoba? No, Trento è piena zeppa di elementi disturbati, che rendono difficile per tutti uscire di casa dopo una certa ora. Trento non ha abbastanza locali aperti dopo la mezzanotte, in centro non ci sono sufficienti passanti per poter avere la protezione sociale naturale di un ambiente socialmente florido e a Trento, anche se ci sono ancora delle zone tranquille, manca la volontà di aprire alla socialità.
Questa città soffre due mali incurabili: c’è odio personale, ci sono antipatie personali e non ci sono abbastanza opportunità per cambiare posto, per recarsi dove non ci siano eccessi vergognosi di alcolici e di molto altro, per cui diventa facile, molto facile, attaccare vigliaccamente. Finalmente pare essersene accorto anche il Sindaco uscente, Franco Ianeselli. Forse ha pensato che esiste una città che vive anche dopo il Carosello? Forse bisognerebbe prendersene cura.
Secolo Trentino prende le distanze da questi fatti inaccettabili, sia socialmente, che politicamente, nonché prende la distanze da qualsivoglia forma di strumentalizzazione di questo fatto tragico ai fini politici: l’omofobia, ma più in generale la violenza in contesti di socialità, non è nelle nostre corde. La si lasci altrove: sul ring del pugilato o nelle patrie galere.
Naturalmente pone la massima solidarietà alla vittima che, al netto di quanto si possa e si dovrà ancora chiarire, si trovava in una situazione alquanto evidente: una persona contro tre persone.
La direttrice Martina Cecco