“Non è vero che ci sono due partiti del PD. Ci sono due orientamenti diversi su un tema cruciale come quello della posizione internazionale, fondamentale per la credibilità e l’identità di un partito. Io credo fosse opportuno che ieri la delegazione del PD votasse compatta come tutto il partito socialista, invece una parte ha votato a favore della risoluzione mentre alcuni si sono astenuti. È vero, come si è detto, che il piano per il riarmo è incompleto, ma proprio per questo andava votato. Questo è soltanto un primo passo lungo il percorso che porta a una struttura di difesa comune”.
A dichiararlo, ai microfoni di Radio Cusano, il vice presidente della commissione difesa, Piero Fassino, del Partito Democratico intervenuto a ‘Battitori Liberi’, condotto da Gianluca Fabi e Savino Balzano, a proposito della risoluzione per il riarmo votata ieri (mercoledì ndr) al Parlamento europeo.
Fassino, proseguendo nel suo intervento, ha poi aggiunto: “Non penso che votare contro sarebbe stata una scelta migliore dell’astensione, avrebbe voluto dire rifiutare l’idea di un sistema di sicurezza europeo. Per 80 anni l’Europa non si è curata della propria sicurezza perché c’era la Nato che se ne faceva carico. Nel momento in cui Trump però afferma di non essere più disposto a occuparsene, l’UE ha la necessità di dotarsi di un sistema di sicurezza proprio. D’altro canto non credo che gli USA usciranno dalla Nato, ma a oggi il problema è costruire una struttura di sicurezza che funga da pilastro europeo. Una cosa voglio chiarire: con questa risoluzione l’Europa non vuole fare guerra a nessuno, ma difendersi da eventuali aggressori come accaduto con l’Ucraina”.
Piero Fassino ha infine terminato il suo intervento soffermandosi sui costi del riarmo: “Circolano cifre diverse, alcune fuori scala. L’unica certezza è rappresentata da 150 miliardi messi dall’UE per finanziare il piano, inoltre verrà eliminato il vincolo del patto di stabilità, per permettere agli Stati di implementare la spesa sulla difesa. La cifra è da verificare, quello che è certo è che è scomparsa l’ipotesi che si usino soldi destinati alla sanità e all’istruzione”.