Dimenticatevi i comizi stanchi e il politichese da prima serata in cui la politica corre il rischio di degenerare nella Soap Opera. A Trento, Marco Rizzo è salito sul palco come un vero lottatore: diretto, provocatorio, senza peli sulla lingua. “Siamo dentro un tornante della storia. E stavolta potremmo non uscirne interi”. Ha evidenziato, infatti, come le tensioni internazionali, in particolare la guerra in Ucraina, stiano portando il mondo sull’orlo di un conflitto globale. Secondo il leader di Democrazia Sovrana Popolare, l’Europa, anziché perseguire la pace, sta alimentando le fiamme della guerra attraverso politiche aggressive e un aumento delle spese militari.
Davanti a una platea attenta e partecipe, il leader di Democrazia Sovrana Popolare ha lanciato un affondo durissimo contro le élite politiche, i media mainstream, l’Unione Europea e “quel blocco globalista che sta portando il mondo sull’orlo del disastro”.
“La pandemia è stato un grande esperimento sociale. Ora c’è la guerra. E poi il clima. Sempre emergenze, sempre paura. Ma è tutto parte dello stesso copione: il controllo”.

Il discorso è stato un viaggio attraverso vent’anni di derive occidentali, secondo Rizzo: la delocalizzazione selvaggia, le promesse mancate della tecnologia, la disoccupazione giovanile, l’informazione addomesticata.
Rizzo poi ricorda: “La più grande azienda di Torino oggi? Non è più la Fiat. È il Comune. E i fondi d’investimento stranieri spolpano l’Italia pezzo dopo pezzo. Siamo un Paese occupato. E abbiamo persino le bombe atomiche americane sul nostro territorio”.
Rizzo denuncia un sistema mediatico complice,di conti bancari bloccati a testate “scomode” come Visione TV, di una censura silenziosa ma letale. E rincara ricordando ai presenti che: “Se pubblichi un libro su Putin, ti chiudono il conto. Se dici la verità sul vaccino, ti tolgono la parola. Ma la cosa peggiore è che chi decide non è mai stato votato da nessuno: Draghi, von der Leyen, Lagarde. Questa è la nuova aristocrazia del XXI secolo”.
Sull’Ucraina Rizzo ribadisce quanto sta dicendo da tempo: ovvero che è una guerra che è solamente a svantaggio dell’Europa che invece continua nell’assurgere ad atteggiamenti contrari ai suoi interessi.
“Quando sarete in lista d’attesa per un’operazione, sappiate che davanti a voi c’è un carro armato. I soldi per la sanità sono finiti nel riarmo: 800 miliardi di euro. E Macron, con l’1 su 10 dei francesi che ancora lo sopporta, guida la carica. Una follia”.
In chiusura Rizzo ha ricordato che a 65 anni, con alle spalle una lunga carriera politica e parlamentare, avrebbe potuto tranquillamente ritirarsi dalla scena pubblica. Invece, sceglie di restare in prima linea, rilanciando la sua battaglia contro il sistema. Non lo fa per tornaconto personale, ma per convinzione profonda. La sua presenza anche a Trento lo dimostra: non cerca visibilità, ma un cambiamento reale. E crede che questo cambiamento possa partire proprio dal basso.