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Lupo, Borchia (Lega): “Basta ideologia, servono misure concrete per tutelare le aree montane”

Strasburgo – 4 aprile 2025 – “Il lupo non è un peluche, e chi lo pensa vive in un mondo parallelo.” Così Paolo Borchia, eurodeputato e capo delegazione della Lega al Parlamento europeo, ha commentato duramente l’esito della riunione dell’Intergruppo sul benessere animale tenutasi ieri a Strasburgo.

Durante l’incontro, dedicato alla crescente presenza del lupo in Europa, Borchia ha attaccato quella che ha definito “l’ideologia animalista scollegata dalla realtà delle comunità rurali”, criticando chi ritiene sufficiente l’informazione ai cittadini per affrontare il problema, come suggerito all’incontro da un relatore appartenente ad una ONG ambientalista.

“Dire che basta spiegare alla gente come comportarsi davanti a un predatore – ha detto Borchia – è un insulto a chi ogni giorno fa i conti con greggi sbranate, paura nei pascoli e un territorio sempre più difficile da presidiare.”

L’eurodeputato ha ribadito il sostegno della Lega alla proposta della Commissione europea di rivedere lo status di protezione del lupo, declassandolo per consentire misure di contenimento più flessibili a livello nazionale. Una battaglia, ha sottolineato, “di buon senso”, in difesa di allevatori e agricoltori che “non possono essere lasciati soli mentre l’Ue pontifica”.

Il caso del Trentino: una convivenza sempre più difficile

Il dibattito europeo sul lupo ha risvolti concreti in Italia, e in particolare in Trentino, dove la presenza del grande predatore ha riacceso le tensioni tra istituzioni, allevatori e ambientalisti. Con oltre 30 branchi ormai stabili sul territorio provinciale, gli attacchi agli animali da allevamento sono diventati frequenti, alimentando la frustrazione di chi lavora quotidianamente nelle zone di montagna.

Negli ultimi mesi, la Provincia autonoma di Trento ha chiesto più volte a Roma e Bruxelles strumenti normativi più incisivi per la gestione del lupo. Una richiesta che si scontra però con i paletti imposti dalla normativa europea e dalla Convenzione di Berna, che tutelano il predatore come specie altamente protetta.

“Difendere le attività tradizionali delle nostre aree interne – ha concluso Borchia – non significa negare la biodiversità, ma garantire una convivenza sostenibile tra uomo e natura. L’Ue non può voltarsi dall’altra parte.”

Con la stagione dell’alpeggio ormai alle porte, il tema della gestione del lupo torna dunque al centro del dibattito pubblico, con il Trentino in prima linea a chiedere soluzioni concrete per non dover scegliere, ancora una volta, tra conservazione ambientale e sopravvivenza delle comunità di montagna.