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Vinitaly, Borchia (Lega) ai commissari Ue: “No a derive ideologiche, serve buon senso”. A rischio filiera da 31 mld

Verona, 8 aprile – Un attacco ideologico che rischia di travolgere un intero settore strategico per l’economia italiana. Paolo Borchia, capodelegazione della Lega al Parlamento europeo e segretario provinciale del partito a Verona, alza il tono contro le ipotesi di etichettatura “ansiogena” dei prodotti alcolici, in particolare del vino, al centro di un acceso dibattito in sede europea.

“In Europa contrastiamo ogni tentativo di demonizzazione del vino attraverso etichette che ricordano quelle dei pacchetti di sigarette”, ha dichiarato Borchia da Vinitaly, la più importante fiera del settore, che si tiene in questi giorni a Verona. “Bene che i commissari Hansen (Agricoltura) e Várhelyi (Salute) abbiano accettato il confronto con europarlamentari e rappresentanti della filiera: era fondamentale ribadire con forza la nostra contrarietà a scelte ideologiche che penalizzano un prodotto simbolo della nostra identità”.

Il riferimento è alle proposte di etichettatura introdotte nell’ambito del Beating Cancer Plan dell’Unione europea, che prevedono l’inserimento di avvertenze sanitarie sugli alcolici, senza distinguere tra abuso e consumo moderato. Una linea già adottata in Irlanda, dove sono stati introdotti messaggi come “L’alcol causa malattie del fegato” e “Esiste un legame diretto tra alcol e tumori mortali”, anche per bottiglie di vino.

Una scelta che ha fatto scattare l’allarme in Italia, dove il settore vitivinicolo vale oltre 31 miliardi di euro di fatturato annuo e occupa più di 870mila persone, secondo i dati dell’Osservatorio del Vino di Unione Italiana Vini. L’Italia è inoltre il primo produttore mondiale di vino, con 49,8 milioni di ettolitri stimati nel 2023 (dati OIV).

“Parlare di vino significa parlare di cultura, tradizione, territorio. Non può essere trattato alla stregua di una sostanza nociva, soprattutto se consumato in modo responsabile”, ha insistito Borchia. “Dietro questa narrativa salutista si nasconde un pregiudizio anti-italiano che colpisce le nostre eccellenze. L’Ue, ancora una volta, si dimostra scollegata dalla realtà e incapace di comprendere le peculiarità dei suoi Stati membri”.

La posizione della Lega è netta: la battaglia contro l’abuso di alcol non può trasformarsi in una crociata che danneggia la filiera agroalimentare e l’economia dei territori (forse più dei tanto demonizzati dazi di Trump), in particolare quelli rurali e collinari dove la viticoltura è spesso l’unica alternativa allo spopolamento.

“In nome di un falso benessere – conclude Borchia – si sta minando un modello produttivo sostenibile, radicato e identitario. Non lo permetteremo”.