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Crisi, dazi e consumatori. Il consumatore sempre col cerino in mano

n un incontro ieri nella trasmissione Restart, Rai 3, l'avv. Emmanuela Bertucci, consulente di Aduc, ha fotografato la situazione economica, scombussolata dai dazi di Trump, mettendo in evidenza come il consumatore è il soggetto più debole di tutta la catena.

In un incontro ieri nella trasmissione Restart, Rai 3, l’avv. Emmanuela Bertucci, consulente di Aduc, ha fotografato la situazione economica, scombussolata dai dazi di Trump, mettendo in evidenza come il consumatore è il soggetto più debole di tutta la catena.

L’inflazione, dice il Sole24Ore di ieri, è percepita quasi il 10%.
Sia la Bce che i rapporti Istat, ci presentano un quadro che rispecchia esattamente quello che sta facendo Trump oggi. I consumatori vi hanno risposto in tre modi:
investendo meno: il clima di incertezza porta ad una minore propensione a farlo;
risparmiando di più. Tipico dei periodi di incertezza. Dove, oltre alle guerre in corso, si aggiunge la guerriglia economica di Trump, che non si capisce se diventerà una guerra vera e propria;
secondo un sondaggio della Bce della settimana scorsa, 8 europei su 10 sono propensi a non comprare statunitense, indipendentemente dall’applicazione che ci sarà dei dazi. I consumatori europei decidono così di punire l’altalena e le incertezze di Trump comprando altrove, con ricaduta sugli Usa e anche su loro stessi.

Se la Bce sta pensando solo ora a sistemi alternativi di pagamento che oggi vedono il predominio di Visa e Mastercard, è perché noi europei siamo indietro, sia dal punto di vista tecnologico che di adozione, dal punto di vista degli strumenti finanziari, dell’informatica e della tecnologia. L’Europa paga lo scotto dell’essersi “seduta” lasciando campo libero a Usa e Cina in tanti settori, come per esempio l’intelligenza artificiale (strumento del futuro su cui si gioca le strategie di comunicazione, informative, politiche ed economiche), e se in Cina si insegna l’uso dell’intelligenza artificiale alle elementari, noi in Italia utilizziamo l’intelligenza artificiale per la ricetta della carbonara.

Il problema della competitività delle industrie italiane è che queste ultime pagano l’energia il doppio rispetto ai loro concorrenti anche europei. Dobbiamo chiederci: cosa non abbiamo fatto come Italia per mitigare o per non metterci in questa situazione?
Il governo italiano è chiamato nei prossimi periodi ad una sfida particolarmente delicata: distinguere le “lamentazioni” reali da quelle a cui siamo abituati, da quelle di tante categorie che approfittano del momento.

Rispetto ai dazi, la Commissione Ue ha lanciato l’idea di bilanciare e annullare gli stessi dazi con acquisti per 50 miliardi con incentivi… una strada estremamente delicata perché i soldi che vengono pagati dagli incentivi provengono sempre dalla stessa tasca, l’Erario comune e il patrimonio economico europeo. E quindi alla fine, tra le tante incertezze che abbiamo, l’unica certezza è che il cerino rimane in mano al consumatore.

Che consigli diamo?
E’ difficile darli in questa fase di incertezza. Si può solo essere prudenti e risparmiare, considerando che il palloncino che se dice venga percepito, è invece una realtà. Una apparente banalità: il caffè macchiato al bar ha oggi una correzione anche nel prezzo. E mentre l’imprenditore ha comunque un margine per decidere se guadagnare meno per mantenere la clientela (e il suo guadagno, pur con fatica, rimane), il consumatore è l’ultima ruota del carro.

Aduc