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Decreto Flussi, la protesta di CasaPound: “L’unica soluzione è la remigrazione”

Striscioni contro il Decreto Flussi in decine di città italiane. A rivendicare l’azione è CasaPound Italia, che in una nota diffusa questa mattina annuncia una mobilitazione contro il piano del Governo per l’ingresso regolare di 500.000 cittadini stranieri tra il 2026 e il 2028.

Il movimento di estrema destra denuncia quello che definisce un progetto di “sostituzione di massa” e attacca il centrodestra al governo per aver “promesso il blocco navale e poi spalancato le porte all’immigrazione”.

“Il governo di centrodestra che prometteva il blocco navale e il contrasto all’immigrazione – si legge nel comunicato ufficiale di CasaPound – spalanca ora le porte a mezzo milione di immigrati, contribuendo di fatto alla sostituzione del nostro popolo sotto copertura legislativa. Non siamo di fronte a un’emergenza, ma a un progetto strutturale: un’immigrazione regolare che accontenta Confindustria, le cooperative e la sinistra e che ha alla base una visione mercantilista dell’essere umano”.

Secondo CasaPound, dietro la narrazione della “manodopera indispensabile” si celerebbero condizioni di sfruttamento e salari troppo bassi:

“Ci raccontano che gli italiani non vogliono più fare certi lavori, ma omettono di dire che per quei lavori si offrono paghe da fame, condizioni di sfruttamento e nessuna prospettiva. Il problema dell’immigrazione non è soltanto il degrado delle nostre città ma la distruzione della nostra identità e la continuità del nostro popolo”.

Il movimento ribadisce la propria proposta, definita “l’unica soluzione possibile”:

“Serve un piano nazionale di remigrazione, l’espulsione immediata degli stranieri irregolari e il rimpatrio volontario di chi non si è mai integrato. Non servono nuove promesse o nuovi volti: serve il coraggio di invertire la rotta. Siamo pronti anche a scendere in piazza”.

Nelle scorse ore, striscioni contro il Decreto Flussi sono apparsi anche a Trento e in altre località del Trentino Alto Adige, a testimonianza di una protesta diffusa sul territorio nazionale.

Il Decreto Flussi, approvato dal Consiglio dei Ministri, programma l’ingresso regolare di circa 500.000 lavoratori extracomunitari in tre anni, considerati “essenziali” per agricoltura, edilizia, turismo, assistenza familiare e industria. L’obiettivo dichiarato è regolare i flussi migratori e contrastare il lavoro nero.

L’articolato prevede la ripartizione in 497.550 quote: 230.550 per lavoro subordinato non stagionale e autonomo (compreso il segmento colf‑badanti), e 267.000 per stagionali .