Abbiamo ancora negli occhi le immagini della manifestazione che oggi, a Parigi, ha voluto dare un forte segnale al terrorismo e al fondamentalismo (in questo caso) islamico. Nel ricordo dei giornalisti di Charlie Hebdo e delle vittime degli attacchi, la popolazione francese, per mostrare la propria unità nazionale in questo momento di grave crisi, è scesa in piazza, fisicamente e spiritualmente.
Il termine “spiritualmente”, però, non sta a sottolineare una certa partecipazione emotiva, quanto una vera e propria impossibilità a partecipare alla manifestazione, un divieto riservato a “pochi” francesi. Che sono, guarda caso, gli esponenti del maggior partito di destra europeo, il Front National.
Difatti, analogamente a quanto avvenuto alla manifestazione di Roma, dove è stato detto chiaramente agli esponenti della Lega Nord di essere “poco graditi”, allo stesso modo ai sostenitori della Le Pen è stata vietata la partecipazione.
Fa dunque un po’ sorridere il termine “unità nazionale”, quando poi vengono escluse frange opposte ai governi attualmente in carica in Francia e Italia. E fa ancora più sorridere la vista dei capi di stato, a braccetto come se si trattasse di una gita scolastica, a farsi vedere nel mezzo di una strada quando poi, ad onor del vero, non si è capaci nemmeno di controllare quanti vigili siano presenti nella Capitale la notte di Capodanno.
Ma tanto, Courmayeur è più vicina alla Francia che all’Italia…
Riccardo Ficara
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