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Politica

La bufala del Movimento islamico d’Italia

“Credito islamico. Basta con l’usura del credito, banchè più vicine alle persone” e poi”Poligamia. Per tornare ad avere più figli” e infine: “Moschea: finalmente una grande moschea a Padova”. Sono queste alcune delle proposte del Movimento islamico d’Italia in vista delle elezioni comunali a Padova. I volantini, che sono girati per tutta la città e la rete nelle scorse ore, sono però una fake news. Il movimento che non esiste: tutti i riferimenti sia su Facebook che sul web non esistono.

Nel volantino, la cui grafica ricorda i colori bianco e rosso della città con una similitudine con quella dell’ex sindaco Massimo Bitonci, c’è la foto di un giovane con un tradizionale vestito islamico e con un simbolo in cui si uniscono la mezzaluna islamica con la bandiera arcobaleno simbolo del pacifismo e del movimento gay.

A denunciare alla polizia il volantinaggio sono stati i due esponenti di Fratelli d’Italia Marina Buffoni e Gabriele Zanon: “Vogliamo capire se si tratta di uno scherzo anticipato rispetto al Primo Aprile oppure se è un’azione di provocazione propagandistica intesa ad alimentare il conflitto nella nostra città”.

In Italia alcuni hanno già pensato all’idea di un Partito islamico. Lo aveva proposto lo scorso 21 gennaio sulla pagina Facebook il Dottor Hamza Piccardo che è stato uno dei fondatori dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche in Italia considerata emanazione dei Fratelli musulmani, e che è pure tra i firmatari del Patto nazionale per l’islam italiano. Piccardo nel frattempo ne è uscito, insoddisfatto del contenuto di quel documento. “La pagina di Piccardo manifesta l’esigenza di far partire un’assemblea costituente per un partito islamico, ritenendo inadeguato il percorso di 25 anni di dialogo con lo stato italiano, sia il patto che è appena stato firmato”.

Partito Islamico, peraltro, può significare due cose. Può voler dire un movimento per difendere interessi specifici di una minoranza, come ad esempio sono stati la Lega Musulmana in India o i partiti cristiani in Indonesia. Può voler dire chiedere la Sharia in territorio italiano. Non è chiaro ancora a quale prospettiva vogliono arrivare. Se l’esigenza è ad esempio avere più luoghi di culto, c’è una situazione che può essere migliorata. Se si vuole la Sharia, è bene che un confronto si apra. Anche per questo è nata l’Associazione Musulmani Laici.

Giorgio Cegnolli