Rimborsopoli M5S: uno scandalo ormai senza fine e che potrebbe costare caro al MoVimento 5 Stelle anche Trentino. In questi giorni se ne è parlato tanto: l’opinione pubblica italiana si è divisa tra coloro che hanno difeso i 5 Stelle, affermando che nulla era dovuto, e coloro che, invece, hanno posto risalto alla loro “ipocrisia”.
Posizionarsi a favore dell’una o dell’altra parte non è facile, ma vi è sempre una terza verità: gli unici responsabili dello scandalo sono i vertici del M5S che, in quest’ultimo periodo, possiedono le caratteristiche intrinseche di un Partito che si pone di traverso nel sistema bipolare italiano. Non si può più chiamare movimento perché tale non è.
Possibile che nessuno si sia messo a controllare almeno una volta all’anno che tutti i bonifici fossero stati effettivamente versati sul conto del microcredito? Possibile che non vi sia una perfetta chiarezza sulle modalità di voto e sul sistema utilizzato per i candidati alle elezioni politiche? Troppe domande verrebbero ancora in mente. Non si può non pensare ai consiglieri comunali in Trentino che si sono dimessi in aperto contrasto con un vertice che, sebbene rifiuti di farsi chiamare partito, lo imita negli elementi più oscuri.
Resta il fatto che il punto di maggior crisi interna per il MoVimento è stato rappresentato da questo scandalo sui rimborsi. Uno scandalo che tranquillamente poteva essere evitato: bastava ricordarsi che in Italia è ancora forte il berlusconismo e soprattutto c’è ancora Berlusconi che rimane protagonista dell’attuale campagna elettorale nonostante la sua età.
Non resta altro che dare al candidato Premier di Maio un consiglio: si tolga la cravatta e prenda spunto da Grillo e Di Battista. La politica parte dalle fondamenta ideologiche e soprattutto da quelle idee di democrazia diretta e di movimentismo che hanno aperto il Parlamento come una “Scatola di tonno”. Non certamente non si basa sulla forma.