Oggi si chiudono i giochi: insieme al centrodestra, chiuderà i tavoli delle trattative del centrosinistra autonomista attualmente al governo della Provincia Autonoma di Trento. “Un rebus di non facile soluzione” lo definisce il Partito Democratico in un articolo sul loro sito.
Convocato per le 17 di questo pomeriggio presso la sede dell’Unione per il Trentino, il tavolo di coalizione vedrà Giuliano Muzio, segretario provinciale del PD, incaricato di chiudere sia sulla formazione della coalizione – che al momento vede uniti il PD, il PATT, l’UpT e i Verdi – sia sul nome del candidato della coalizione.
Da un lato, infatti, sembra naturale ricandidare il presidente uscente Ugo Rossi, espressione del Partito Autonomista Trentino Tirolese. Dall’altro, però, molti della coalizione chiedono discontinuità, proponendo come candidato il giornalista Paolo Ghezzi. Stando a quanto si apprende dagli ambienti Dem, si potrebbe ricorrere a un voto ponderato tra i partiti della coalizione, basato sui consenti elettorali raccolti: non ci sono infatti le condizioni per delle primarie, dal momento che non sussistono né i tempi né la volontà politica.
Non è comunque detto che oggi si chiudano definitivamente i lavori: in caso di perplessità sulle decisioni odierne, il Partito Democratico potrebbe riunirsi nuovamente lunedì per delle proposte alternative. “L’obiettivo è salvaguardare la coalizione e arginare l’ascesa della destra sui contenuti di lavoro e solidarietà” afferma Muzio.
In caso di una fuoriuscita del Partito Democratico, sono diversi i nomi che potrebbero essere proposti. Giorgio Tonini, ex-senatore, Alessandro Olivi, vicepresidente uscente, Luca Zeni, assessore provinciale. Quest’ultimo è stato però al centro di una diatriba con la presidentessa del partito Donata Borgonovo Re per l’approvazione di un emendamento proposto da Giacomo Bezzi sul rinvio dell’obbligo di trasferimento delle sale da gioco.
Ieri pomeriggio, nel frattempo, si sono riuniti i supporter di Ghezzi: Marco Boato per i Verdi, Fabiano Lorandi per Movimento Democratico e Progressista, Piergiorgio Cattani di Primavera Trentina e gli autoconvocati Claudia Merighi e Paolo Zanella. “Se l’obiettivo era trovare una proposta di innovazione, Ghezzi è in grado di incarnarla, cogliendo un consenso ampio, pronto a emergere, pure nel PD” ha affermato Boato.
Il PATT invece non vuole mollare l’ipotesi Rossi, una scelta che potrebbe però alienare i consensi delle altre liste autonomiste. Lorenzo Ossanna, capogruppo del partito, afferma: “Sono ottimista, PD e UpT non hanno respinto la giusta riconferma di Rossi e credo sia questo il punto di partenza da valorizzare“. A sostegno della tesi di Ossanna, c’è il silenzio dell’UpT e l’incarico affidato a Gianpiero Passamani e ad Annalisa Caumo di lavorare per la salvaguardia dell’unità della coalizione.
Ad oggi, dunque, non è da escludere un’apertura definitiva su Rossi. Tuttavia, se fino al 3 marzo 2018 il presidente uscente poteva dormire sonni tranquilli, oggi la situazione è, andreottianamente parlando, “un po’ più complessa“.