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Il Moralista

Elogio della sedia gestatoria

A seguito dell’episodio che ha visto papa Francesco stizzito per essere stato strattonato da una fedele, a molti è finalmente parso – meglio tardi che mai – che manchi qualcosa: per alcuni si è persa la pazienza, per altri l’educazione, per altri ancora la devozione. Dato che ritengo si siano smarrite tutte queste cose, proporrei – a mali estremi, estremi rimedi – la riscoperta della sedia gestatoria. Per tante ragioni.

Anzitutto perché il Santo Padre è, di fatto e di diritto, un monarca assoluto (e un trono mobile ben gli sta), in secondo luogo perché l’abbandono di quella sedia alla Chiesa non ha portato affatto bene (chiese e seminari si sono desertificati), inoltre abbatte le disparità tra fedeli vicini e lontani (tutti devono poter vedere il Papa, così che egli tutti benedica) ed è perfino rispettosa dell’ambiente (ingombra e inquina meno di ogni papamobile).

La sedia gestatoria non può neppure accusata d’essere arnese da papi cattivi e preconciliari (l’ultimo a mostrarsi su di essa fu Giovanni Paolo I), e comunque non dovrebbe essere rispolverata sempre, ma solo in alcune occasioni. Quante? Quelle che servono a ricordare a tutti che il Papa non è un «amicone», la Chiesa non è una Ong e il Cristianesimo è sì qualcosa a misura d’uomo, ma non troppo. Richiede pur sempre, a ciascuno di noi, di alzare lo sguardo.

Giuliano Guzzo

Riguardo l'autore

giulianoguzzo

Classe 1984, vicentino di nascita e trentino d’adozione, mi sono laureato in Sociologia e Ricerca Sociale (110/110) con una tesi di filosofia del diritto. Sono giornalista, sono caporedattore del mensile Il Timone e scrivo per il quotidiano nazionale La Verità, fondato e diretto da Maurizio Belpietro. Collaboro inoltre con Notizie ProVita.