Il fermento è crescente, si assapora un’aria di sfida tagliente tra i candidati Sindaci ed i vari partiti sostenitori per quella che sarà presto l’elezione del Sindaco della Città di Trento. Si aspetta solo il fischio d’inizio, in attesa che sia decisa la data delle elezioni, ma tutto ormai fa pensare ad un probabile 20 settembre. Nel frattempo, non si può abbassare la guardia o sonnecchiare in attesa del fischio d’inizio perché, salvo stravolgimenti particolari, la partita è già iniziata.
Le regole non sono per nulla chiare e – purtroppo – a livello locale sta sopraggiungendo una dinamica tipica delle campagne elettorali nazionali, denigratoria nei confronti della concorrenza. Si è ormai perso quello spirito di sana competizione caratteristica delle piccole comunità dove la conoscenza personale faceva la differenza e, grazie agli spazi pressoché infiniti lasciati all’audience mediatico che i social network ci concedono, con la complicità del distanziamento sociale imposto dal Covid-19, anche sulla nostra città di Trento si assapora una campagna elettorale mancante di un elemento fondamentale: la conoscenza personale. E così inizia a farsi sentire l’atteggiamento ostile verso l’altro o l’altra parte e i programmi, le idee e i pensieri propositivi si trasformano in attacchi personali, ideologici e strumentali al solo scopo di screditare gli altri candidati a vantaggio di un proprio tornaconto: Mors tua vita mea.
Umberto Eco diceva: “avere un nemico è importante non solo per definire la nostra identità ma anche per procurarci un ostacolo rispetto al quale misurare il nostro sistema di valori e mostrare, nell’affrontarlo, il valore nostro. Pertanto, quando il nemico non ci sia, occorre costruirlo“.
Questo sistema di attacco lo ritroviamo nei programmi televisivi, e non solo, dei grandi network nazionali, ma nella Trento che vorrei abbiamo ancora la possibilità di un confronto diretto, di una conoscenza personale con i candidati. I partiti politici, come le aziende o le comunità, sono formati da persone con una fede e delle radici, una cultura di riferimento, ideali e convinzioni, competenze e capacità, affetti e relazioni, e perché no, passioni. Questi sono gli elementi caratterizzanti per la scelta di un giusto rappresentante politico, non il colore della casacca che veste oggi.
Ebbene, torniamo a un’identità personale del voto perché se ci faremo guidare dalla scelta del colore o del partito politico senza valutare bene la persona, domani ci ritroveremo guidati da soggetti sbagliati travestiti da salvatori della patria.
Michael Iuni