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In Grecia dichiarato fuorilegge il partito euroscettico Alba Dorata

Alba Dorata non è più un partito. O meglio, non secondo la legge greca. Questo, in sostanza, l’esito della sentenza odierna della Corte d’Appello di Atene, che ha dichiarato organizzazione criminale il partito, regolarmente presente nel Parlamento europeo e nelle varie Periferie greche, l’equivalente delle nostre regioni.

Il processo, conclusosi oggi, è stato intentato nel 2013 quando il 28 settembre venne arrestato Nikolaos Michaloliakos, leader, fondatore e segretario nazionale del partito, insieme al portavoce nazionale Ilias Kasidiaris, il vicepresidente nazionale Christos Pappas e ad alcuni deputati. L’accusa tanto per loro quanto per numerosi attivisti e alcuni membri delle forze dell’ordine fu di essere parte di un’associazione criminale mandante dell’omicidio di Pavlos Fyssas.

Fyssas era un rapper greco antifascista, ucciso per mano di Georgios Rupakias, attivista di Alba Dorata. Alla notizia dell’arresto dei vertici, fece seguito una rapida escalation di violenze, con alcuni militanti del partito euroscettico di estrema destra uccisi in rappresaglie e attentati. Ad Alba Dorata venne anche imputata l’accusa – non ancora confermata da alcun processo – di essere pronta a organizzare un colpo di Stato.

La sentenza di oggi ha avuto ovviamente un risalto non indifferente in Grecia, con la sinistra locale che ha organizzato numerose manifestazioni di esultanza, portando alla luce anche altri fatti criminosi che vedono coinvolti esponenti di Alba Dorata: tra questi, gli attentati a Sotiris Poulikogiannis – Presidente del sindacato dei metalmeccanici del Pireo – e ad Abouzid Embarak, pescatore immigrato di origini egiziane.

L’exploit del partito avvenne proprio in seguito all’omicidio di Fyssas, con le elezioni europee del 2014: nella tornata elettorale che doveva incoronare come vincitore assoluto Alexis Tsipras della lista di estrema sinistra Syriza, Alba Dorata raccolse un 9,39% dei consensi, che resta a oggi il punto più alto mai toccato dal movimento. Alle scorse elezioni europee, il movimento metaxista si è fermato al 4,88% eleggendo due eurodeputati.

Le idee alla base del movimento derivano dall’attività politica di Ioannis Metaxas, generale e dittatore greco che tra il 1936 e il 1941 prese il controllo del paese ellenico con il cosiddetto “Regime del 4 agosto”. Metaxas definiva la sua dittatura come “terza civiltà greca”, individuando nel Regno di Macedonia e in Sparta la prima civiltà greca, mentre la seconda sarebbe stata rappresentata dall’Impero bizantino. La terza civiltà avrebbe quindi incorporato il militarismo degli antichi con l’etica cristiano-ortodossa dei bizantini, portando dunque alla formazione di una Grecia combattente e puramente cristiana, considerando “inferiori” quei popoli – come albanesi, slavi e turchi – che pur abitando in Grecia e pur avendo la cittadinanza greca non condividevano i valori dei greci “delle origini”.

Resta da capire quali saranno gli sviluppi per tutti gli esponenti eletti, ma nei fatti oggi il partito euroscettico è stato dichiarato organizzazione criminale. Si aspettano eventuali prese di posizione da parte del Parlamento europeo e dal Parlamento greco in seguito a questa decisione.

Riccardo Ficara Pigini