Da un’idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Stefano Antonelli e Gianluca Marziani. In collaborazione con MetaMorfosi Eventi la mostra espone su due piani: vita, storia, cronologia, opere principali dell’artista più misterioso del nostro secolo.
Diciamo che quando si pensa Banksy, si immagina spray e murales, chiunque in Europa non può non pensare alle iconiche “situazionali” che l’artista ha proposto, in particolare contestualmente alle cesure politiche, storiche ed economiche della contemporaneità, senza dimenticare di strizzare l’occhio ai problemi del quotidiano: ambiente, alimentare, acqua, povertà.
L’esposizione propone un Banksy rigorosamente artistico, per niente superficiale, come se fosse uno dei grandi artisti classici. La semantica banksyana trova spazio alle Albere in un sapiente contesto culturale di non secondario rilievo.
«Banksy. L’artista del presente – afferma il presidente di MetaMorfosi Pietro Folena – è una mostra che racconta il senso dell’insorgenza artistica degli anni 2000 di cui l’anonimo artista di Bristol è il massimo esponente mondiale. Approfondendo la riflessione sull’arte urbana di Banksy attraverso una prospettiva accademica, la mostra apre sull’artista una visuale inedita. Noi ci occupiamo di questo artista con lo stesso metodo che usiamo per i grandi del Rinascimento. Con noi, anche Banksy diventa un “classico”, studiato e proposto con rigore e qualità».
In esposizione non soli le opere, ma anche i video che riassumono i momenti rilevanti dell’artista, ad esempio il momento della famosissima asta in cui la “Bambina con palloncino” diventa striscioline di carta, in un contest che è valso milioni; il momento della manifestazione contro la Guerra in Iraq, il muro contro Hamas nonché – non plus ultra – un estratto di Dismaland, il video.
Nello “spazio-selfie” un muro disegnato richiama Kharkiv, ricordandoci che in Ucraina è in atto un conflitto. Lo spazio distopico di Banksy parte dal punk, arriva alle pantegane del rap, viaggia tra le false banconote dell’arte, arriva a toccare le corde di tutti gli animi, anche i meno avezzi a questo spirito individualista e anticapitalista di un uomo che – ad oggi – ha violato in maniera più o meno educata gli spazi più “in” della società internazionale: la Biennale di Venezia, il British Museum e Disneyland, appunto.
Mostra – da domenica 19 giu 2022 | a domenica 11 set 2022