Il nove novembre 1974, a Conegliano, nasceva Alessandro Del Piero, uno degli attaccanti più amati dell’intero panorama calcistico italiano. La sua scalata verso il successo iniziò in terra natia, più precisamente a Padova; nel 1992 esordì con i biancoscudati in Serie B e nel corso stesso anno mise a referto la prima rete tra i professionisti.
Nell’estate del 1993 Giampiero Boniperti, l’allora amministratore delegato della Juventus, lo portò a Torino, sponda Juventus. Poco più tardi, nel 1995, l’avvocato Gianni Agnelli affibbiò al giovane funambolo juventino un soprannome destinato ad accompagnarlo nel corso di tutta la carriera, Pinturicchio.
Prima di Del Piero, questo appellativo venne utilizzato da un pittore rinascimentale italiano, Bernardino de Betto Betti. Con Pietro Perugino e Raffaello Sanzio fu uno dei maggiori maestri della scuola umbra della fine del XV secolo. Lavorò per alcune delle personalità più influenti della sua epoca, arricchendo palazzi e logge con numerosissimi affreschi.
Le pitture di Alex, però, erano differenti, lui non dipingeva su tela, ma sui campi da gioco di tutta Europa. A lui bastavano un pallone e il suo piede destro, lo stesso che gli permise di realizzare il gol del 2-0 alla Germania nella semifinale dei Mondiali 2006.
Quel goal, assieme a quello di Fabio Grosso, portò una nazione intera a giocarsi la finale a Berlino. Era l’ultimo minuto dei tempi supplementari e, dopo la grande azione di Cannavaro, Gilardino imbucò per Del Piero, che con un piatto destro la mise all’incrocio dei pali.
Un simbolo, un’icona, un disegno perfetto, un destro a giro sul palo lontano, un gol di Del Piero alla Del Piero.
Ma Alex non aveva ancora finito di stupire il mondo con i suoi capolavori. Due anni dopo, il 5 novembre 2008, riuscì in un’impresa unica: ricevere la standing ovation dal pubblico del Bernabeu, dal pubblico del Real Madrid.
Dopo il terribile evento di calciopoli la Vecchia Signora aveva voglia di ripartire e con Claudio Ranieri in panchina riuscì a raggiungere il secondo posto in campionato nella stagione 2007-2008. Guadagnatasi l’accesso alla Champions League per la stagione successiva la Juventus fu inserita nel girone con Zenit, Bate Borisov e Real Madrid appunto, proprio la squadra dell’ex Fabio Cannavaro.
All’andata Pinturicchio segnò uno splendido goal all’Olimpico ma al ritorno fece di più, una doppietta. Prima infilò Casillas col sinistro dopo una lunga azione con il destro e al sessantesimo minuto mise il proprio sigillo ancora una volta con la sua specialità, la punizione. Palla sopra la barriera e portiere fermo, quasi a voler ammirare quell’opera d’arte. Al novantesimo minuto Ranieri tolse Alex per tributargli il giusto riconoscimento e improvvisamente dagli spalti partì un lungo applauso al quale il dieci bianconero rispose con un inchino.
Proprio oggi Del Piero compie quarantotto anni, vissuti perlopiù disegnando calcio sui terreni da gioco. Nonostante abbia appeso gli scarpini al chiodo da diverso tempo, i suoi capolavori continuano a vivere nelle menti e negli occhi degli appassionati, proprio come accade per quelli del suo grande “predecessore”, Pinturicchio.
Mattia Nadalini