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Esteri

Marine Le Pen chiede di rimandare i migranti al loro porto di partenza

La destra francese non ci sta, poco importa se Macron è caduto nella infallibile trappola della logica: criticando Meloni per forza di cose avrebbe dovuto aprire i porti, altrimenti, che figura avrebbe fatto?

Ma Le Pen non è compromessa, può parlare: “Questo è l’inizio, credo, di una serie di navi delle ONG”, ha detto la presidente del gruppo RN all’Assemblea nazionale, accusando queste imbarcazioni di essere “complici dei trafficanti”.

Marine Le Pen venerdì ha chiesto di tornare nel loro paese di partenza candidati all’esilio che attraversano illegalmente il Mediterraneo, definendo la Libia un “porto sicuro” e criticando l’accoglienza da parte della Francia di 230 migranti a bordo della Ocean Viking.

Ma se visitiamo la sezione Viaggiare Sicuri troviamo delle note che non sono in accordo con Le Pen. Secondo il noto sito per i viaggiatori, infatti, in Libia, non si dovrebbe andare per nessun motivo. Vale lo stesso se si tratta di un viaggio di emergenza? Come mai siamo sempre certi che, in questo frangente, non ci siano alternative alle migrazioni di massa?

I migranti che provengono dalla Libia non potranno diminuire: provengono dalla fuga dalla desertificazione, non solo dalle guerre, che sono le conseguenze di sfruttamenti estremi e di interessi internazionali fuorilegge.

Ma allora, come mai non ci sono delle notizie concordanti relativamente alla Libia? Se da una parte si possono fare viaggi per studio, per politica, ma non per lavoro e turismo, qualcosa non torna.

La fine della guerra a Tripoli e il cessate il fuoco del 23 ottobre 2021 hanno posto fine alle ostilità ma non hanno annullato i rischi per la sicurezza personale. Secondo il sito che consiglia le mete da non raggiungere ci sarebbe anche la Libia. Eppure, in questo momento, la Libia sta attraversando un periodo buono, economicamente parlando. E non ci sono delle guerre in corso.

Nel corso del 2022 si sono verificati circoscritti incidenti e scontri tra gruppi armati nella capitale che evidenziano il permanere dell’instabilità, ma prima che ci fosse questo stretto monitoraggio la Libia era in una situazione diversa. Questo il motivo per cui non è il caso di fare un viaggio di piacere, in questo momento, in Libia.

Ma che dire se si tratta di un porto di emergenza per ritornare sui passi di una migrazione di massa? «Non è assolutamente colpa dell’Italia“, ha detto Le Pen.

Uno sbarco in Francia di migranti soccorsi nel Mediterraneo centrale, tra Libia e Italia, come quello di oggi a Tolone “è una situazione eccezionale che non si deve ripetere”. Lo ha dichiarato il presidente della Ong di soccorso SOS Méditerranée, Francois Thomas, in una conferenza stampa. “Non è normale sbarcare a questa distanza dai luoghi di soccorso”, ha ribadito Thomas. Il direttore delle operazioni della Ong, Xavier Lauth, ha ricordato che quest’anno ci sono stati più di 1.300 morti nel Mediterraneo.

A livello europeo occorre praticare la solidarietà e l’Italia merita l’aiuto degli altri Paesi europei. Lo ha detto il presidente del PPE – che corrisponde al centrodestra europeo – Manfred Weber.

Giorgia Meloni da parte sua ha ripetuto, ormai all’ennesima potenza, che vanno fermati gli scafisti, i trafficanti di persone, non le nazioni europee che decidono di adottare strategie operative alternative alla classica e ormai di fatto inefficace accoglienza senza se, senza ma.

Martina Cecco