Che i primi cento giorni del Governo Meloni abbiano deluso i nostalgici della Fiamma missina non sia un mistero, è noto a tutti. Chi ha vissuto il MSI di Almirante sa bene come fosse di ben altra pasta. Il MSI non doveva compiacere alla sinistra, come a nessun altro, il MSI era il MSI: appagava i propri Valori e basta.
I “fratellini” al governo no, essi debbono compiacere. Compiacere all’Europa, compiacere alla BCE, compiacere agli industriali e, soprattutto, compiacere allo zio americano. Per buona pace di quella Fiamma sul logo, immeritata come uno stonato sul palco del teatro La Scala pretenda di cantare. Fratelli d’Italia? Piuttosto parenti serpenti. Parenti alla lontana, la sottolineatura è noblesse oblige.
Ne seppe qualcosa Massimo Corsaro, così pure Fabrizio Bracconeri, Agostino Ghiglia, Alberto Torregiani. Solo per citare alcuni nomi, più o meno noti. Malgrado una partito clientelare, cognati e amicizie sparse docet, va detto come Giorgia Meloni abbia saputo cavalcare il malcontento italico nei confronti della sinistra, imitando la politica di Giorgio Almirante, però con una differenza non da poco: Almirante le promesse le manteneva, con Giorgia calare un velo pietoso non basta. Sono dei liberali, altro che balle! Dei berluscones, aggiungo. Dov’è finito il “Dio-Patria-Famiglia” urlato da Giorgia Meloni 3 anni fa dal palco di Piazza del Popolo, a Roma? Riposto nel dimenticatoio come le promesse, e le premesse, insieme ai voti di noi missini coglionati per l’ennesima volta.
Scrivo questo articolo leggendo i candidati, della provincia bresciana, per le prossime elezioni regionali lombarde. Do un’occhiata ai nomi: Bonazzi, 26 anni, licenza media inferiore, zero esperienza amministrativa. Ma chi sarà? Ah, già, è il figlio dell’amico di La Russa… Seguito a leggere: Inselvini, altro ventiseienne, disoccupato come il primo, nessuna esperienza precedente. Oddio, questo chi è? Però, il cognome, mi ricorda qualcosa e capisco. Continuo la lettura stupendomi nel constatare una serie di fuoriusciti da Forza Italia, dalla Lega, grillini ne abbiamo?
Telefono ad un amico, Alessandro Mingardi, un giovane pluri laureato, docente alle superiori, capace ad organizzare ed aprire i circoli dei fratellini in diversi paesi della provincia bresciana. Come mai non sei in lista? Chiedo. Non so che dire, risponde, mi avevano promesso, ma… Avverto la sua delusione, non intendo inferire e passo ai saluti.
La solita delusione percepita da Raffaele Latrofa, ingegnere amatissimo a Pisa per la sua qualità di assessore ai lavori pubblici, trombato per compiacere alla Lega nelle precedenti elezioni politiche nazionali. Compiacere. Dev’essere la parola d’odine dei fratelli d’Italia.
Togliete quella Fiamma da logo, per piacere.
Marco Vannucci